Il sole a .....scacchi 2007

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view post Posted on 11/6/2007, 13:43
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Palermo: La Polizia di Stato ha eseguito quattro ordinanze di custodia cautelare in carcere per scomparsa di un boss mafioso, Giovanni Bonanno, avvenuta il 10 gennaio 2006 a Palermo.

9 .6.2007

La Sicilia

 
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view post Posted on 14/6/2007, 14:27
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AUGUSTA (SIRACUSA) - Si sono costituiti questa mattina al commissariato di Augusta i due latitanti appartenenti alla organizzazione che avrebbe messo a segno 27 rapine nel siracusano, nel catanese e in provincia di Milano. Nelle settimane scorse la polizia aveva eseguito 11 ordinanze di custodia cautelare, nell'ambito dell'operazione "Augusta clash", ma due erano riusciti a sfuggire alla cattura.

14/06/2007
 
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view post Posted on 25/6/2007, 00:05
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Palermo:Vasta operazione antimafia dei Carabinieri del Comando provinciale di Palermo che stanno eseguendo nove fermi emessi dalla Direzione distrettuale antimafia del capoluogo siciliano. In carcere è finito, tra gli altri, il boss di Prizzi Tommaso Cannella, 67 anni, ritenuto 'fedelissimo' del capomafia Bernardo Provenzano.

Gli inquirenti hanno fatto sapere che i fermi si sono resi necessari, come spiegano gli investigatori, per impedire il "versamento di sangue" nella zona a causa di una nuova guerra tra clan pronta a scoppiare.

Nel corso del blitz, è stato scoperto che Bernardo Provenzano utilizzava un codice nascosto tra le frasi della Bibbia per ricordare chi fossero i propri interlocutori. In uno dei biglietti a sfondo vagamente religioso, "lo Zio" scrive testualmente: "Benedica il Signore e ti proteggi. Il Signore faccia risplendere su di... E ti conceda la sua".

Dopo questa apparente invocazione religiosa, quelle che sembrano sigle per indicare gli autori del Vecchio e del Nuovo Testamento. Invece P.bd 65 e' Pietro Badagliacca. N 25 è Nino Rotolo, NN 164 è Nino Cinà, Aless parente 121 è Matteo Messina Denaro, 30 gr, e pic. Sono Salvatore Lo Piccolo e il figlio Sandro, entrambi latitanti come Messina Denaro.

In questo elenco c'e' anche un Gius 76 che si riferisce a Giuseppe Bisesi, uno degli emergenti fermati nel blitz.

Fonte: Rai news 24

23.6.2007>
 
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view post Posted on 25/6/2007, 12:24
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Usura a Palermo, tassi del 200%


PALERMO - I carabinieri di Lercara Friddi, nel Palermitano, hanno scoperto una presunta organizzazione criminale accusata di praticare prestiti usurari nelle province di Palermo e di Caltanissetta. Cinque persone sono state arrestate.
L'inchiesta, cominciata due anni fa, è partita dalla denuncia di un impiegato regionale. Secondo gli investigatori, gli usurai avrebbero prestato denaro ad un tasso che arrivava al 200 per cento. In due anni di indagine, sono state monitorate centinaia di operazioni bancarie e sentite le testimonianze di oltre 200 persone. Questa notte i militari dell'Arma hanno effettuato 20 perquisizioni.

Gli arrestati sono Mario Andolina, pensionato, 57 anni, di Alia, Paolo Di Cesare, 35 anni, dipendente di una ditta di pulizia, Carmelo Sciacca, 42 anni, operaio, Luigi Di Cesare, 73 anni, pensionato, Mario Anzaldi, 43 anni, dipendente di una agenzia di erogazione credito di Terrasini: i primi tre sono in carcere gli altri agli arresti domiciliari. Ad una sesto indagato S.A., 45 anni, di Montemaggiore Belsito è stato imposto l'obbligo di presentarsi giornalmente ai carabinieri. Altre quarantanove persone sono indagate e di queste venti sarebbero vittime accusate di favoreggiamento perchè avrebbero negato le pressioni degli usurai.

L' indagine, dicono gli investigatori, "ha consentito di smascherare una ramificata organizzazione criminale, articolata su vari e distinti gruppi, finalizzata all'usura, alle estorsioni, al riciclaggio di assegni ed effetti cambiari nonchè alle truffe, operante nella fascia di territorio compreso tra Palermo, Termini Imerese, Alia, Montemaggiore Belsito, Lercara Friddi, Partinico, Terrasini ed in alcuni comuni dell'hinterland agrigentino e nisseno a ridosso della provincia palermitana".

I carabinieri hanno scoperto che gli "strozzini" assicuravano il "credito" a tassi del 130% annuo, fino ad arrivare ad un massimo del 200%. Durante la fase investigativa sono state interrogate oltre 200 persone in tutte le province siciliane e sono state registrate minacce estortive nei confronti delle vittime.

25/06/2007

 
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Lilo85
view post Posted on 26/6/2007, 09:52




Catania - Operazione "Traforo", arresti dopo sentenza

CATANIA - La polizia di stato di Catania ha eseguito un'ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 12 presunti appartenenti alla cosca Mazzei emessa dalla seconda sezione del Tribunale penale a conclusione della sentenza del processo Traforo contro 39 esponenti del clan dei 'Carcagnusi'. Il provvedimento è stato emesso su richiesta della Direzione distrettuale antimafia della Procura di Catania a conclusione del processo per 12 condannati, undici in stato di libertà e uno già detenuto per altri reati.

La squadra mobile della Questura di Catania in collaborazione con la polizia di Stato di Verona ha arrestato Domenico Bertolino, di 31 anni, Santo Di Benedetto, di 50, Antonino Di Raimondo, di 47, Sebastiano Ierna, di 43, Mario La Mari, di 51, Salvatore Licciardello, di 49, Orazio Nicolosi, 40, Rosario Sciuto, di 44, Agatino Spampinato, di 60, e Giovanni Ventorino, di 46. Il provvedimento è stato notificato in carcere a Francesco Liberato, di 32 anni. Uno dei destinatari dell'ordine di arresto è attualmente irreperibile.

LaSicilia

Edited by Tex - 26/6/2007, 16:08
 
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view post Posted on 27/6/2007, 11:46
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PALERMO - I carabinieri della Compagnia di Lercara Friddi hanno arrestato, con l'accusa di estorsione, un imprenditore agricolo e il titolare di un panificio di Vicari, nel Palermitano. Ad entrambi è stata contestata l'aggravante dell'avere agito per avvantaggiare "Cosa nostra". L'inchiesta, resa possibile dalla denuncia di alcune vittime, è coordinata dai pm della Dda di Palermo, Michele Prestipino e Marzia Sabella.

La Sicilia

27/06/2007
 
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view post Posted on 28/6/2007, 00:08
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MESSINA - Sono stati arrestati dalla squadra mobile i presunti autori dell'omicidio dei fratelli Paolo e Carmelo Giacalone, avvenuto a largo Seggiola, in pieno centro l'11 aprile del 2006. I due sono stati uccisi mentre si trovavano davanti al bar di loro proprietà, la 'Caffetteria 2000', in via di ristrutturazione. Su ordinanza del gip Daria Orlando sono stati arrestati Francesco Comandè, 33 anni, cugino delle due vittime, e il diciottenne Umberto Rizzitano, all'epoca minorenne. L'indagine è stata condotta dal sostituto della Dda Fabio D'Anna, dal pm Francesca Ciranna e dal sostituto procuratore dei minori Antonino Spadaro. Secondo quanto è emerso dalle indagini, il movente dell'omicidio sarebbe legato a rancori personali tra Comandè, già in carcere per estorsione e ritenuto dagli inquirenti vicino al clan mafioso Venutura di Camaro, e il cugino Paolo Giacalone. Comandè quel giorno avrebbe fatto fuoco con una pistola calibro 7,65 anche contro l'altro cugino Carmelo perchè assistette all'agguato; Rizzitano avrebbe condotto il ciclomotore usato durante l'omicidio.

27/06/2007
 
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view post Posted on 29/6/2007, 13:08
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PALERMO - I carabinieri della Compagnia di Lercara Friddi hanno arrestato, con l'accusa di estorsione, un imprenditore agricolo e il titolare di un panificio di Vicari, nel Palermitano. Ad entrambi è stata contestata l'aggravante dell'avere agito per avvantaggiare "Cosa nostra". L'inchiesta, resa possibile dalla denuncia di alcune vittime, è coordinata dai pm della Dda di Palermo, Michele Prestipino e Marzia Sabella.

Dall'indagine, avviata a seguito di decine di danneggiamenti subiti, da giugno del 2006, da imprese e attività commerciali del Palermitano, è emerso che i due presunti estortori avrebbero proposto anche pagamenti del pizzo "a rate". Alle vittime che adducevano difficoltà economiche, secondo l'accusa venivano consentiti infatti versamenti in più soluzioni. All'operazione, denominata 'San Giorgio', partecipano oltre 150 carabinieri. I militari stanno impiegando anche un mezzo aereo. Sono in corso, nella zona, decine di perquisizioni.

Gli arrestati sono l'imprenditore agricolo Salvatore La Monica, 35 anni, e Salvatore Macaluso, 43 anni, proprietario di un panificio. Sembra infrangersi dunque, nel Palermitano, il muro dell'omerta'. Quattro tra imprenditori e commercianti hanno denunciato ai carabinieri di Lercara Friddi di avere subito richieste estorsive; molti altri operatori commerciali, nonostante non siano andati spontaneamente dai militari, contrariamente a quanto accade nelle indagini sul racket, dove le vittime, per paura, negano l'evidenza, hanno comunque ammesso, convocate dagli investigatori, le pressioni mafiose. I carabineri di Lercara, hanno instaurato una stretta collaborazione con i commercianti, che si e' rivelata essenziale per incastrare i presunti estortori. In un caso, addirittura, una vittima, che per aiutare gli inquirenti ha finto di non avere il denaro richiesto, ottenendo dilazioni nei pagamenti e una serie di incontri con i taglieggiatori, ha accettato di indossare un orologio munito di registratore. T

utte le sue conversazioni con gli estortori sono state registrate e poi ascoltate dai carabinieri. Se in alcuni casi le vittime hanno finto di cedere al ricatto mafioso per incastrare gli aguzzini, che dicevano di agire per conto delle cosche locali, altri si sono rifiutati categoricamente di pagare mettendo a rischio la propria incolumita'. I due arrestati sostenevano di avere bisogno del denaro per aiutare le famiglie dei boss in carcere o per pagare gli avvocati dei detenuti. ''Da quando siamo stati minacciati - ha raccontato ai carabinieri una vittima - viviamo nel terrore e non posso negare che passiamo notti insonni, passando di continuo davanti all'entrata delle nostre attivita'. Non abbiamo alcuna intenzione di cedere alle richieste anche perche' nessuno merita di approfittare dei nostri guadagni senza alcun merito''. Oltre alle dichiarazioni delle persone offese a carico dei due indagati ci sono decine di intercettazioni in cui i taglieggiatori parlano degli incassi e delle intimidazioni usando espressioni mutuate dall'attivita' di agricoltore svolta da uno di loro.

27.6.2007

ANSA
 
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Lilo85
view post Posted on 4/7/2007, 14:00




Operazione antiracket a Caltanissetta, 8 arresti

ROMA - Hanno pagato il pizzo per almeno undici anni, dal 1994 al 2005, consegnando ogni mese un milione e 250 mila lire e poi 700 euro con l'ingresso della moneta europea. Ma gli imprenditori Salvatore e Rocco Luca, padre e figlio, erano costretti anche a vendere auto sotto costo e a soddisfare richieste una tantum da parte dei clan mafiosi, soprattutto durante le feste, anche fino a 2.500 euro. L'incubo per i titolari della concessionaria 'Lucato' di Gela è finito grazie alle indagini della polizia di Stato.

Gli agenti hanno arrestato otto persone, ritenute affiliate a Cosa nostra e alla Stidda, in esecuzione di ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal gip di Caltanissetta Giovanbattista Tona, su richiesta della Dda. Padre e figlio hanno ammesso agli investigatori di essere stati vittime delle estorsioni ricostruite dagli inquirenti. Agli indagati vengono contestati i reati di estorsione, tentata e consumata, continuata, in concorso, aggravata dal metodo mafioso.

Per le indagini la polizia si è avvalsa anche della collaborazioni dei pentiti Emanuele Terlati e Rosario Trubia. Quest'ultimo ha riferito di avere gestito le estorsioni ai danni della concessionaria tra il 1995 e il 1998, quando era a capo del clan gelese dei 'Madonia'. Nel 1995 proprio su ordine di Trubia, Giuseppe Novembrini di 35 anni, e Salvatore Terlati di 33 anni, entrambi arrestati e ritenuti appartenenti al gruppo criminale 'chantilly', esplosero alcuni colpi di pistola contro la concessionaria per costringere l'imprenditore, che all'epoca non denunciò l'episodio, a versare un milione 250 mila lire al mese. Successivamente, altri affiliati al clan di Cosa nostra, tra cui Alessandro Gambuto detto 'ù vutrisi' di 32 anni e Angelo Cavaleri di 35 anni (entrambi arrestati), assieme a Emanuele Terlati, si recavano nella ditta per riscuotere la 'rata' del pizzo.

Gli arrestati nell'operazione 'Cayenne' condotta dalla polizia di Stato a Gela: Paolo Di Maggio di 47 anni; Paolo Portelli di 39 anni; Crocifisso Smorta di 48 anni; Alessandro Gambuto detto "u vutrisi" di 32 anni; Filippo Salvatore Faraci di 30 anni; Salvatore Terlati di 33 anni già detenuto nel carcere di Ariano Irpino (Avellino); Angelo Cavaleri di 35 anni in carcere a Bergamo; Giuseppe Novembrini di 35 anni.

Edited by Tex - 4/7/2007, 19:54
 
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view post Posted on 7/7/2007, 22:59
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Catania - Arrestato per rapina il figlio del boss Ferlito

CATANIA - Agenti di polizia di Stato hanno arrestato per rapina aggravata in concorso Francesco Graziano Ferlito, 35 anni, figlio del capo di Cosa nostra etnea Alfio assassinato nel 1982 sulla circonvallazione di Palermo assieme ai carabinieri che lo stavano conducendo nel carcere dell'Ucciardone. Investigatori della squadra mobile della Questura di Catania hanno eseguito un ordine di custodia cautelare emesso dal gip di Siracusa nell'ambito delle indagini sulla rapina all'agenzia di Rosolini della Banca Nuova commessa il 22 febbraio scorso, il cui bottino fu di circa 23 mila euro.

07/07/2007
 
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view post Posted on 10/7/2007, 13:11
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Traffico internazionale di cocaina, 20 arresti

CATANIA - Una rete internazionale di trafficanti di cocaina è stata sgominata da un'operazione antidroga coordinata dalla Procura della Repubblica di Catania culminata nell'emissione di un ordine di cattura europeo per 20 indagati. Gli arresti sono in corso di esecuzione, oltre che in Sicilia, da parte della polizia di Stato, anche in Olanda, Belgio, Francia e Germania. Nell'ambito della stessa operazione la Guardia di finanza sta eseguendo un sequestro di beni mobili e immobili nei confronti di alcuni degli indagati.

Della indagini della squadra mobile della Questura di Catania, coordinati dai sostituti procuratori della Direzione distrettuale antimafia Giovannella Scaminaci e Francesco Testa, è emerso che notevoli quantitativi di cocaina venivano importati dal Nord Europa in Sicilia. La droga viaggiava in auto portata da corrieri e in diverse fasi ne sono stati sequestrati oltre 40 chilogrammi, sempre purissima ancora da 'tagliare'. Tra i fornitori ci sarebbero due presunti trafficanti olandesi e una loro amica, che lavora come hostess in una compagnia aerea.

Secondo l'accusa, la banda era leader nello spaccio di cocaina a Catania e agiva da 'grossista' per i pusher locali. Anche se tra gli indagati ci sono anche esponenti della cosca Santapaola sembra che l'organizzazione non fosse 'coordinata' dalla mafia. Complessivamente sono 18 le persone arrestate dalla polizia, a una delle quali il Gip ha concesso i 'domiciliari'. Un provvedimento cautelare è stato notificato in carcere a un indagato per altri reati, mentre un destinatario dell'ordine di arresto internazionale è attualmente irreperibile. Tutti sono indagati per associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di cocaina.

Le indagini, avviate nel 2005, si sono avvalse di intercettazioni telefoniche e ambientali, compiute dalla squadra mobile della Questura e delle Fiamme gialle, che hanno permesso alla Dda della Procura della Repubblica di Catania di individuare, secondo la tesi dell'accusa, un centro di esportazione di cocaina dall'Olanda dove una hostess della compagnia aerea Klm, Maria Helena Giorgia Fedino, di 29 anni, originaria di Amsterdam, faceva da collegamento con il gruppo di catanesi e i fornitori di droga nei Paesi Bassi. E in Olanda è stato arrestato uno dei presunti trafficanti: Clayde Ruben Terlaan, di 37 anni.

Il referente a Catania, secondo l'accusa, era Santo Longo, ex sorvegliato speciale di 50 anni, sospettato di avere collegamenti con la cosca Santapaola, che nel 'lavoro' era aiutato dalla moglie Rosa Pittera, di 46 anni. La coppia gestiva un'agenzia di viaggio, che è stata sequestrata, che, secondo la Procura di Catania, emetteva i biglietti aerei degli intermediari che andavano in Olanda a procurare la cocaina.

La droga veniva comprata anche a Bruxelles, dove gli 'interlocutori' erano i fratelli Calogero e Patrizia Volante, di 37 e 34 anni. Uno snodo del traffico di stupefacenti era anche Parma dove si sarebbero tenuti diversi incontri e dove il 'contatto' sarebbe stato Claudio Lucchini, di 52 anni, che avrebbe avuto un ruolo di osservatore nella vecchia società calcistica. In Sicilia è in corso di esecuzione da parte della guardia di finanza un sequestro di beni cautelare disposto dal Gip, in accoglimento della richiesta dei pm Scaminaci e Testa. Il provvedimento riguarda diverse auto, moto, immobili, un'agenzia di viaggio nel centro di Catania, e diversi cavalli, compresi dei puledri da corsa.

10/07/2007

Edited by Tex - 11/7/2007, 00:02
 
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view post Posted on 12/7/2007, 18:37
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Sono dieci i provvedimenti di custodia cautelare, uno anche nel cuneese, emessi dal Gip di Palermo su richiesta della Direzione distrettuale antimafia ed eseguiti dai carabinieri del Comando provinciale di Agrigento. L’operazione, denominata “Sicania 2”, ha colpito le cosche mafiose operanti a Santa Elisabetta, Raffadali, Sant’Angelo Muxaro, Racalmuto e Grotte. Alle dieci persone coinvolte sono contestati oltre che l’associazione mafiosa anche cinque omicidi, due tentati omicidi, porto e detenzione di armi da fuoco.

Gli arresti sono stati eseguiti ad Agrigento, Santa Elisabetta e Raffadali, ma anche a Fontanellato (Parma), Palermo, Cuneo, L’Aquila e Benevento.

12.7.2007

Cuneocronaca.it

 
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Volevano incendiare acquedotto a Mascalucia


Catania: Arrestati in flagranza di reato nel gennaio di 5 anni fa, mentre stavano per appiccare il fuoco alla sede dell’acquedotto “Cremona” di Mascalucia sono stati condannati, perché ritenuti responsabili di estorsione, i catanesi Maurizio Di Nunzio (5 anni e 6 mesi), Sergio Platania (5 anni e 2 mesi), Carmelo Ingrasciotta (5 anni e 2 mesi), Carmelo Riccardo Pedicone (5 anni e 6 mesi).

Edited by Tex - 16/7/2007, 15:25
 
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Progettava attentati, ex pentito arrestato a Sommatino

CALTANISSETTA - I carabinieri del Reparto Operativo di Caltanissetta hanno arrestato l'ex collaboratore di giustizia, Calogero Pulci, 46 anni, perché accusato di associazione mafiosa, omicidio, porto illegale di armi, estorsione e danneggiamento. I pm della Direzione distrettuale antimafia ne hanno ordinato il fermo di polizia giudiziaria. L'ex pentito, scarcerato nell'ottobre scorso, era tornato a vivere a Sommatino (Caltanissetta), suo paese d'origine, dopo aver chiesto ed ottenuto di lasciare il programma di protezione.

L'ex collaboratore è stato teste d'accusa in molti processi di mafia. Gli investigatori hanno accertato che Pulci, una volta tornato in Sicilia, ha iniziato a programmare attentati intimidatori ai danni di imprenditori ai quali imponeva il pagamento del pizzo, ma anche contro i carabinieri del proprio paese che lo sorvegliavano. È inoltre accusato dell'omicidio di un pregiudicato, Calogero Mancuso, avvenuto nel gennaio del 1990. Fra i progetti criminali scoperti dai carabinieri vi erano anche quelli di assassinare il sindaco del proprio paese e un altro pregiudicato.

Calogero Pulci è uomo d'onore della famiglia mafiosa di Caltanissetta. È stato il collaboratore di fiducia del capomandamento Giuseppe "Piddu" Madonia, al quale faceva anche da autista. E questa sua stretta collaborazione con il boss nisseno gli ha permesso di svelare, durante la collaborazione con la giustizia, molti retroscena dei fatti criminali più importanti di Cosa nostra. Pulci ha infatti reso dichiarazioni su collegamenti che vi erano sarebbero stati fra alcuni magistrati e mafiosi; sull'esplosivo utilizzato per il fallito attentato a Falcone all'Addaura. Ha testimoniato nei processi per le stragi di via D'Amelio e Capaci in cui morirono Falcone, Borsellino e gli agenti della scorta. È stato anche teste d'accusa nel processo al senatore Marcello Dell'Utri, condannato in primo grado a nove anni per concorso esterno in associazione mafiosa.

Adesso, dalle intercettazioni ambientali e telefoniche eseguite dai carabinieri, emerge che l'ex collaboratore Calogero Pulci, stava tentando di scalzare dai vertici della cosca mafiosa locale il boss Francesco La Quatra di Sommatino (Caltanissetta). Gli investigatori hanno inoltre accertato che l'ex pentito nella scorsa primavera aveva programmato di uccidere il candidato sindaco del proprio paese alle ultime elezioni amministrative, il medico Salvatore Gattuso. Un altro progetto di morte riguardava il pregiudicato Domenico Cianci, per vendicarsi di un vecchio tentativo di omicidio, per il quale è ancora in corso un processo, che era stato compiuto proprio nei confronti di Pulci nel 1991, quando venne ferito alla testa con un colpo di pistola.

L'ex pentito voleva inoltre intimidire il maresciallo dei carabinieri di Sommatino, Nicolò Zuccalà, incendiandogli l'auto o sparando alcuni colpi di pistola alla carrozzeria, come ritorsione per i serrati controlli a cui veniva sottoposto dai militari dell'Arma. I magistrati contestano nel provvedimento di fermo anche la tentata estorsione all'imprenditore Diego Drogo, nei confronti del quale Pulci avrebbe commissionato il danneggiamento della saracinesca del supermercato, avvenuto il 28 marzo 2006, con l'esplosione di alcuni colpi d'arma da fuoco. Per gli inquirenti Pulci dispone di armi e manovalanza criminale per la commissione di delitti ed estorsioni, ed era fondato il pericolo che poteva fuggire qualora avesse avuto sentore che vi erano indagini nei suoi confronti.

16/07/2007

Omicidio ispettore Lizzio, arrestati presunti sicari

CATANIA - Un ordine di arresto è stato notificato a tre appartenenti alla cosca Santapaola nell'ambito delle indagini sull'uccisione dell'ispettore capo di polizia Giuseppe Lizzio, della squadra antiracket della squadra mobile della Questura etnea, assassinato il 27 luglio del 1992. Sono Filippo Branciforti, di 43 anni, Francesco Squillaci, di 38, e Francesco Di Grazia, di 41. Secondo l'accusa sarebbero i presunti esecutori materiali del delitto. Il provvedimento, emesso dal Gip Costanzo su richiesta del sostituto procuratore Francesco Puleio, è stato eseguito da agenti della squadra mobile della Questura.

Giovanni Lizzio fu assassinato nella sua Alfa Romeo "75", mentre era incolonnato a un semaforo rosso di via Leucatia nel rione periferico Canalicchio. Due sicari si affiancarono alla vettura e spararono numerosi colpi di pistola alla testa e al torace. Morì nell' ospedale Cannizzaro dove fu trasportato in ambulanza. Per 10 anni era stato fra gli investigatori di punta della sezione omicidi della Questura di Catania. Per l'omicidio è stato condannato all'ergastolo, con sentenza passata in giudicato, il capomafia Benedetto Santapaola. Assolti il vice il nipote e alter ego del boss, Aldo Ercolano, e il loro luogotenente di fiducia, Carletto Calogerò Campanella.

16/07/2007
 
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Lilo85
view post Posted on 16/7/2007, 18:49




Catania - Rapine, arrestati 7 presunti componenti clan Santapaola

CATANIA - Sette presunti appartenenti alla cosca Santapaola, accusati di avere compiute diverse rapine a banche e uffici postali, sono stati arrestati da agenti della squadra mobile della Questura di Catania. Sono Pietro Crisafulli, di 32 anni, Antonino Scollo, di 26, Giuseppe Scollo, di 32, Alfio Bonnici, di 34, Giovanni Clemente, di 27, Mario Crisafulli, di 29, e Giovanni Nizza, di 34. I due Scollo e i due Crisafulli sono indagati anche per tentativo di omicidio nei confronti del maresciallo dei carabinieri Consolato Sciacca durante l'assalto all'agenzia di Tremestieri Etneo della Banca Intesa, nell'ottobre del 2001. Le indagini sono state coordinate Direzione distrettuale antimafia della Procura della Repubblica di Catania. Gli indagati avevano maturato una vera e propria specializzazione nella commissione di rapine, spesso di rilevante consistenza economica. Secondo l'accusa il gruppo aveva ampia disponibilità di armi e di auto rubate.

16/7/2007

Edited by Tex - 16/7/2007, 20:01
 
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