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| Sgominata cosca della Noce
PALERMO - I titolari di concessionarie di automobili, di bar, di supermercati e di grandi magazzini erano costretti a pagare il pizzo ai boss nella zona del mandamento mafioso della Noce, che comprende una vasta area che parte vicino al centro di Palermo fino a raggiunge la periferia. Tutto ciò emerge dall'inchiesta della Direzione distrettuale antimafia che stamani ha portato all'esecuzione di 18 ordini di custodia cautelare in carcere. I provvedimenti del gip sono stati eseguiti dalla polizia di Stato. Dall'inchiesta emerge che i commercianti, minacciati e pressati dai mafiosi, avrebbero versato alle casse della cosca grosse somme di denaro per evitare di subire danni alle attività.
Dalle indagini affiora anche il coinvolgimento dell'ex campione di calcio Totò Schillaci: l'idolo di Italia '90 si sarebbe rivolto a uno dei boss arrestati per evitare furti nella sua scuola di calcio a Palermo. Per questa vicenda Schillaci non è indagato, ma da quanto si apprende il calciatore potrebbe essere sentito nei prossimi giorni come teste dai magistrati della procura.
E' una intercettazione a fare emergere che Schillaci chiama Eugenio Rizzuto e gli riferisce che poco prima, al centro sportivo "Louis Ribolla", che si trova in viale Leonardo da Vinci, un ragazzo del quartiere di Passo di Rigano, aveva derubato alcuni giovani calciatori, portandogli via soldi e orologi custoditi negli spogliatoi.
Rizzuto, dopo aver riferito a Schillaci di non conoscere l'abitazione del giovane indicato dal calciatore, gli fornisce il numero di telefono di suo fratello, Aurelio, aggiungendo che nel caso in cui anche il fratello non conoscesse il giovane autore del furto, l'indomani mattina se ne sarebbe occupato lui. Gli ordini di custodia cautelare sono stati richiesti dal procuratore aggiunto di Palermo, Giuseppe Pignatone e dai sostituti, Maurizio de Lucia, Roberta Buzzolani e Gaetano Paci che hanno coordinato l'inchiesta. Gli investigatori hanno tracciato la nuova mappa del mandamento mafioso della Noce, al quale era tanto "affezionato" Totò Riina, perché in questa famiglia aveva gran parte dei suoi fedelissimi, come Raffaele Ganci. Oltre alle estorsioni, i mafiosi della zona avrebbero curato anche un traffico di sostanze stupefacenti e la gestione delle macchine per i video giochi distribuite in numerosi locali della città. Fra gli arresti figura anche il nuovo capomandamento della zona.
Le estorsioni a commercianti e imprenditori frutterebbero a Cosa nostra grosse somme di denaro, e a pagare il pizzo sarebbero quasi tutte le grosse attività che ricadono nel mandamento mafioso della Noce. In questa inchiesta, gli investigatori hanno ricostruito ogni singola estorsione, grazie alle intercettazioni ambientali, nella quali emerge che tutti pagano senza esitazione. Qualche commerciante o imprenditore chiede anche lo sconto e per ottenerlo si rivolge ad alcuni capimafia di altre zone della città. E sempre ai boss della zona si rivolgono alcuni titolari di attività per "denunciare" furti nei propri locali e per cercare di recuperare la merce. Nessuno però si rivolge alle forze dell'ordine per segnalare le estorsioni subite.
Il mandamento mafioso della Noce è storicamente uno tra i più potenti presenti sul territorio di Palermo, e in passato è stato diretto da uomini di elevatissimo spessore criminale. Ma al suo interno, come del resto in gran parte di Cosa nostra, le affiliazioni sono cambiate, per via dei numerosi e continui arresti disposti dalla magistratura, e quindi adesso ai vertici delle famiglie si trovano persone che in passato erano solo dei fiancheggiatori dei boss.
Questi i nomi degli arrestati, oltre al boss Pierino Di Napoli, ritenuto il capomandamento della Noce: Francesco Picone, 67 anni; Giuseppe Musso, di 67 anni; Salvatore Gottuso, di 61; Francesco Scaglione, di 61; Vincenzo Bruno, di 59; Eugenio Rizzuto, di 55; Luigi Caravello, di 54; Salvatore Alfano, di 51; Antonino Vernengo, di 49; Guglielmo Ficarra, di 48; Pietro Di Mario, di 46; Umberto Maltese, di 46; Sergio Matina, di 45; Giovanni Vitrano, di 37; Felisiano Tognetti, di 36; Fabio Chiovaro, di 34.
23/01/2007
LaSicilia.it
e bravò Totò.....
quanto al pizzo per fortuna che noi a Catania non abbiamo di qusti problemi .....
Edited by Tex - 25/1/2007, 14:20
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