Il sole a .....scacchi 2007

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view post Posted on 10/11/2007, 00:40
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"sostare" ci sarari tu e chi non te lo dice ...ma tu guarda... :D

Catania - Ergastolo per Maurizio Zuccaro, elemento ritenuto vicino al clan Santapaola

CATANIA - La polizia ha arrestato Maurizio Zuccaro, 46 anni, ritenuto elemento di spicco della cosca mafiosa Santapaola. È accusato dell'omicidio per strangolamento di Salvatore Vittorio, avvenuto il 4 marzo del 2006. Il pregiudicato, che si trovava agli arresti domiciliari, è stato raggiunto da un ordine di carcerazione, emesso dalla Procura generale di Catania, dovendo espiare la pena dell'ergastolo per associazione mafiosa, omicidio volontario e distruzione di cadavere, in concorso con Maurizio Galletta, di 41 anni.

Il provvedimento trae origine da una pronuncia della Corte di Cassazione di martedì, relativa ad uno stralcio del processo denominato "Orione". Maurizio Zuccaro ha precedenti per mafia, omicidio, reati contro il patrimonio ed altro

09/11/2007
 
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Giudice di pace
view post Posted on 12/11/2007, 13:22




questa si che è una bella battuta!...vigile..."sostare" :laughing1.gif:

Arrestato a Venezia

PALERMO, 10 NOV - I carabinieri hanno arrestato a Mirano (VE) Francesco Caponetto, un collettore del pizzo del Palermitano recentemente condannato a 9 anni. Per Caponetto, 37 anni, il gip di Palermo ha disposto il ripristino della misura cautelare, dopo la scarcerazione avvenuta per decorrenza di termini. Arrestato nel 2005 mentre riscuoteva il pizzo a Villabate, Caponetto era considerato 'l'enfant prodige' della cosca di Misilmeri. L'uomo si era trasferito a Mirano con la famiglia.
Ansa.it
 
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view post Posted on 13/11/2007, 19:48
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Smantellata la "Cupola", pure i medici pagavano il pizzo

PALERMO - I vertici "militari" che facevano capo ai boss Salvatore e Sandro Lo Piccolo sono stati arrestati durante la notte dalla polizia a Palermo. Gli agenti della sezione Catturandi della Squadra mobile hanno eseguito un provvedimento di fermo di polizia giudiziaria disposto dai pm della Dda che ha riguardato dieci persone. Si tratta degli uomini che hanno messo a segno decine di estorsioni ai danni di commercianti e imprenditori e sono accusati anche di traffico e spaccio di droga, detenzione e porto illegale di armi e riciclaggio.

Dalle indagini emerge, infatti, che i boss avrebbero investito grosse somme di denaro proveniente dai traffici illeciti e dalle estorsioni, in attività apparentemente legali intestate a prestanome. Gli investigatori della Squadra mobile hanno ricostruito la rete di estortori e trafficanti di droga che faceva capo ai boss Lo Piccolo. In particolare sono state documentate, attraverso le intercettazioni, estorsioni a commercianti e imprenditori edili, in alcuni casi anche minacciati e picchiati per costringerli a pagare.

Anche l'ordine dei medici di Palermo avrebbe versato il pizzo ai Lo Piccolo: il particolare emerge dai pizzini che il boss Francesco Franzese aveva tentato di buttare nel wc al momento del suo arresto avvenuto nell'agosto scorso da parte della Squadra mobile di Palermo.

In un pizzino, attribuito a Sandro Lo Piccolo, si legge: "...Ora ti faccio sapere che giorni fa, ho ricevuto 10 mila euro dall'ordine dei medici e altri 10 mila li dovrei ricevere in questi giorni". Per gli investigatori appare evidente il riferimento a somme di denaro di provenienza illecita, frutto di estorsione. La sede dell'Ordine dei medici di Palermo si trova in via Rosario da Partanna 22 tra San Lorenzo Colli e lo Zen; in piena zona di competenza della famiglia mafiosa dei Lo Piccolo.

Il presidente dell'Ordine dei medici chirurghi e degli odontoiatri della provincia di Palermo, Salvatore Amato, però nega: "Mai pagato alcun pizzo, se qualcuno l'avesse chiesto lo avrei immediatamente denunciato".

I provvedimenti di fermo sono stati disposti dai pm Francesco Del Bene, Gaetano Paci e Domenico Gozzo. Si tratta di cinque persone, uno dei quali non è stata ancora arrestata. I quattro fermati dalla sezione Catturandi sono i fratelli Nunzio e Domenico Serio, di 29 e 28 anni, Vincenzo Mangione, di 28 e Andrea Gioè di 40. Analogo provvedimento è stato notificato in carcere a Salvatore Lo Piccolo, 65 anni, al figlio Sandro, 32 anni, a Domenico Ciaramitaro, 33 anni, detto "pit bull" per la sua ferocia criminale, ad Antonino Nuccio, 46 anni ed a Francesco Franzese, 43 anni, sorpreso il 2 agosto scorso in una villetta in via Salerno, a Palermo.

Secondo l'accusa, i fratelli Serio su mandato di Sandro Lo Piccolo e di suo padre Salvatore, pianificavano e mettevano in pratica attività illecite nel territorio della famiglia mafiosa di San Lorenzo. I Serio avrebbero anche curato, attraverso il "reggente" di Partanna-Mondello, Francesco Franzese, arrestato lo scorso agosto e attualmente dichiarante, e con Antonino Nuccio, anche lui arrestato ad agosto, i rapporti con i vertici di altre famiglie mafiose.

Soggetto di spicco è Andrea Gioè, indicato come referente per Franzese e Nuccio, in relazione alle estorsioni da mettere a segno nella zona di Partanna-Mondello. Il ruolo di Gioè è indicato personalmente da Sandro Lo Piccolo nei pizzini trovati nel covo di Giardinello.

13/11/2007

Siracusa, sgominato clan Bottaro-Attanasio

SIRACUSA - Guardia di Finanza, polizia e carabinieri hanno effettuato un'operazione antimafia congiunta, coordinata dalla Dda della Procura di Catania, nei confronti di 70 presunti appartenenti alla cosca Bottaro-Attanasio di Siracusa.
Nei confronti degli indagati, il Giudice per le indagini preliminari ha emesso un ordine di custodia cautelare in carcere che ipotizza, a vario titolo, i reati di associazione mafiosa, traffico di stupefacenti, estorsione e usura. Nell'ambito dell'inchiesta gli investigatori hanno eseguito il sequestro di attività commerciali, beni immobili e mobili che, secondo l'accusa, sarebbero stati acquisiti con il riciclaggio di proventi di attività illecite.

In particolare sono stati posti sotto sequestro due panifici - uno dei quali aperto appena la scorsa estate nella zona balneare dell'Arenella e l'altro, anche questo di recente apertura, nel centro di Siracusa - tre grandi ville con giardino e piscina nella zona di contrada Mottava, a pochi chilometri dal capoluogo, due appartamenti nel centro storico di Ortigia, una lussuosa berlina e tre moto, quattro conti correnti bancari sui quali sono stati trovati complessivamente 250 mila euro, l'intero stabile nel quale si trova il panificio posto sotto sequestro all'Arenella e le partecipazioni in due società.

Le indagini proseguono anche sulla scorta dei numerosi documenti, soprattutto matrici di assegni di conto corrente bancario, che sono stati sequestrati al momento della notifica dell'ordine di custodia cautelare.

Nel corso delle indagini sulla cosca Bottaro-Attanasio sono stati complessivamente sequestrati 200 chilogrammi di droga ed un ingente quantitativo di armi. L'inchiesta è coordinata dal procuratore aggiunto di Catania, Ugo Rossi, e dai sostituti della Direzione distrettuale antimafia etnea Pasquale Pacifico, Andrea Ursino e Danilo De Simone.

Attualmente sono state arrestate 17 persone mentre il provvedimento del Gip di Catania è stato notificato in carcere a 18 indagati, già detenuti per altra causa. Le indagini erano state avviate dopo la scarcerazione nel 2005 di alcuni esponenti storici del clan Bottaro-Attanasio, che avrebbero tentato di riorganizzare le fila della cosca decimata negli anni da inchieste e arresti.

Le prime attività, secondo quanto emerso da intercettazioni attuate dalla squadra mobile della Questura di Siracusa, sarebbero state quella di fare ripartire il traffico delle sostanze stupefacenti, gli atti intimidatori nei confronti di numerosi operatori commerciali ed imprenditoriali di Siracusa che si rifiutavano di pagare il pizzo.

A dare l'ordine di mettere bombe carta o di incendiare le porte di ingresso di negozi e uffici a chi non versava la tangente sarebbero stati anche esponenti di spicco della cosca dal carcere, nonostante fossero detenuti in regime speciale.

L'inchiesta ha fatto luce anche sul tentativo di omicidio di Pasqualino Micca, avvenuto a Siracusa il 7 gennaio del 2005: a sparare sarebbero stati quattro sicari su ordine del capomafia Salvatore Bottaro, deceduto il 12 maggio del 2005, che era a casa agli arresti domiciliari per le sue gravi condizioni di salute.

L'agguato, secondo la ricostruzione della Dda di Catania, sarebbe avvenuto perché Micca aveva avviato un attività 'parallelà di spaccio di droga non autorizzata dalla cosca.

Gli arrestati sono stati condotti nella casa circondariale di piazza Lanza, a Catania, a disposizione dell'Autorità giudiziaria.

13/11/2007
 
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Lilo85
view post Posted on 13/11/2007, 20:09




ops,avevo postato gli articoli nel posto sbagliato,cancello subito.
 
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Lilo85
view post Posted on 20/11/2007, 14:06




Usura, droga ed estorsioni raffica di arresti in Sicilia

AGRIGENTO - I magistrati della Procura di Agrigento hanno disposto il fermo di quindici persone accusate di essere i componenti di un'organizzazione che gestiva lo spaccio di stupefacenti, le estorsioni e prestava somme di denaro a commercianti e imprenditori con tassi da usura.
I provvedimenti sono stati eseguiti a Licata e Palma di Montechiaro, in provincia di Agrigento. Gli indagati sono accusati, a vario titolo, di associazione per delinquere, usura, estorsione, spaccio di stupefacenti, porto e detenzione illegale di armi e danneggiamenti a mezzo incendio. L'operazione è stata denominata "Sciacallo".

C'è anche una donna di 80 anni, Vincenza Cellura, vedova dello storico capomafia di Licata Paolo Greco, nella banda di presunti usurai fermati oggi su ordine della Procura di Agrigento. Erano decine i commercianti e gli imprenditori dell'Agrigentino che si rivolgevano all'organizzazione criminale, che prestava denaro a tassi che arrivavano anche al 360%.

Dalle intercettazioni ambientali e telefoniche disposte dai pm Luca Sciarretta e Adriano Scudieri, che hanno coordinato l'inchiesta, è emerso che l'anziana si occupava attivamente degli affari dell'organizzazione facendo da tramite tra i componenti. La donna, che è ai domiciliari, è la madre di Antonino Greco, anche lui fermato.

Secondo gli investigatori, due bande avrebbero gestito il giro di prestiti a strozzo nella zona: quella dei Greco e quella capeggiata da Salvatore Alabiso, condannato per mafia nel 1990. L'inchiesta è cominciata alla fine del 2005 e ha portato alla luce un giro d'affari milionario. Decine le vittime, per lo più commercianti ed imprenditori, costretti a rivolgersi all'una o all'altra organizzazione per fare fronte ai debiti.

Solo alcune delle persone offese hanno ammesso di avere fatto ricorso ai prestiti e di avere subito intimidazioni e minacce dai fermati quando ritardavano i pagamenti. Le indagini sono state condotte da polizia e carabinieri che hanno sequestrato diversi conti correnti e stanno effettuando perquisizioni.

Un'altra brillante operazione è stata condotta nella provincia di Caltanissetta. Le estorsioni imposte agli imprenditori del nisseno e il "pizzo" fatto pagare ai commercianti di Gela emergono dall'indagine, che ha portato all'esecuzione di 14 ordini di custodia cautelare in carcere.
I provvedimenti sono stati emessi dal gip del Tribunale di Caltanissetta e hanno riguardato cinque persone a piede libero, che sono state arrestate, mentre ad altre nove l'ordinanza è stata notificata in carcere.

Gli indagati sono accusati di associazione mafiosa, estorsioni, detenzione e porto illegale di armi da fuoco. L'inchiesta mette in luce l'oppressione delle cosche della "stidda gelese" e dei boss di Cosa nostra su imprenditori e commercianti costretti a pagare il pizzo.

Queste le persone arrestate nell'ambito dell'operazione coordinata dalla Dda di Caltanissetta: Angelo Fiorisi, 40 anni; Salvatore Murana, 52 anni; Rockardo Romano, 31 anni; Giuseppe Tallarita, 50 anni.

La misura cautelare è stata notificata in carcere Enrico Maganuco, 44 anni; Giovanni Di Giacomo, 35 anni; Francesco Morteo, 43 anni; Daniele Migliorisi, 29 anni; Giuseppe Gaetano Azzolina, 38 anni; Paolo Di Maggio, 47 anni; Salvatore Di Maggio, 23 anni; Domenico Vullo, 31 anni; Salvatore Filippo Faraci, 30 anni. Un'altra persona è ancora ricercata.

Per tutti le accuse sono di associazione mafiosa, estorsione continuata e aggravata. A Romano e Murana è stato contestato anche il reato di detenzione e porto illegale di armi e ricettazione.

20/11/07

Arrestato nipote di Santapaola, era latitante

CATANIA - Il latitante Natale Ivan Filloramo, di 33 anni, figlio di una sorella del capomafia Benedetto Santapaola, è stato arrestato dai carabinieri. Era ricercato dal primo ottobre scorso, quando sfuggì al blitz 'Arcangelo' della Dia contro una frangia di Cosa nostra. Nei suoi confronti era pendente un ordine di carcerazione per estorsione.

Secondo l'accusa faceva parte del gruppo guidato da Angelo Santapaola, cugino del boss 'Nitto', il cui cadavere carbonizzato è stato trovato il 30 settembre scorso a Ramacca. Per la Procura di Catania, Filloramo avrebbe svolto il ruolo di 'amico buono', di intermediario, con un imprenditore taglieggiato che sarebbe stato costretto a vendere alla cosca a metà del valore di mercato un proprio immobile.

Il latitante è stato individuato e bloccato dai carabinieri del comando provinciale di Catania in un'abitazione di Mascalucia, e, dopo l'arresto, condotto nella casa circondariale di piazza Lanza.

20/11/2007

Edited by Tex - 21/11/2007, 01:36
 
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view post Posted on 21/11/2007, 11:39
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Messina, convivente boss latitante riscuoteva il pizzo

MESSINA - La convivente del boss latitante Giuseppe Mulè riscuoteva il pizzo dai commercianti di Messina. Con questa accusa gli agenti della Squadra mobile hanno arrestato stamani nella città dello Stretto, Floriana Rò, di 33 anni.

Gli investigatori hanno scoperto che Mulè aveva imposto il pizzo ad alcuni commercianti della zona Nord della città e stamani i poliziotti hanno eseguito i provvedimenti cautelari firmati dal gip di Messina che riguardano, oltre a Floriana Rò, anche Giuseppe Mazzeo, di 42 anni; Rosario Tamburella, di 47 e Maurizio Trifirò, di 36.
Una delle ordinanze di custodia riguarda anche il latitante Mulè. Gli indagati sono accusati in concorso in estorsione aggravata e danneggiamento, con l'aggravante di avere commesso i fatti avvantaggiando l'organizzazione mafiosa. In particolare vengono contestate alcune estorsioni effettuate ai danni di un panificio di Messina e al danneggiamento di alcuni immobili di commercianti per costringerli a pagare il pizzo.

Le indagini che hanno permesso di individuare gli esattori del pizzo imposto ai commercianti di Messina hanno messo in luce il ruolo centrale del latitante Giuseppe Mulè. L'inchiesta è coordinata dalla procura distrettuale antimafia. Mulè è ritenuto un pericoloso esponente della criminalità organizzata di Messina, condannato all'ergastolo nel novembre 2006.

Mulè, secondo l'accusa, avrebbe gestito una parte delle estorsioni in città. Nell'agosto scorso aveva richiesto e ottenuto dai titolari di una ditta il pagamento di somme di denaro, e le aveva ottenute dopo convincenti intimidazioni consistite nel danneggiamento di un'automobile di uno dei titolari e nel tentativo di incendio dei locali del panificio. Il locale non venne però danneggiato del tutto grazie all'intervento di un agente della Squadra mobile.

La riscossione delle somme da parte di Mulè, il quale più volte si era presentato ad uno dei titolari del panificio spalleggiato da Giuseppe Mazzeo e da Maurizio Trifirò, avveniva anche grazie all'opera di intermediazione effettuata da Floriana Rò, che è la convivente del latitante.

21/11/2007

Monza - Arrestato ergastolano per fatti di mafia

MILANO - Aveva una condanna all'ergastolo per un duplice omicidio volontario premeditato, maturato in una vicenda di mafia. Lo hanno catturato a Menaggio (Como) i carabinieri di Monza mentre secondo gli investigatori stava per espatriare. Si tratta di Salvatore Serafini, 38 anni, di Barcellona Pozzo di Gotto (Messina).

I fatti che lo hanno visto protagonista risalgono al 31 gennaio 1990: fu componente del gruppo di fuoco composto da quattro uomini che, armati di pistole calibro 9 e fucili a canne mozze, senza risparmio di colpi assassinarono a Terme Vigliatore (Messina) due esponenti del gruppo mafioso facente capo alla famiglia 'Chiofalo', contrapposto al clan dei 'Barcellonesi'.

Su Serafini ora pendeva un ordine di carcerazione della Procura della Repubblica di Messina, poiché condannato all'ergastolo, con isolamento diurno per sei mesi, per duplice omicidio volontario premeditato e porto illegale di armi da fuoco. Localizzato in un appartamento di Menaggio (Como), secondo i carabinieri era in procinto di lasciare il territorio nazionale alla volta di un Paese dell'Est europeo. Davanti ai militari, si è lasciato arrestare senza opporre alcuna resistenza.

21/11/2007
 
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Lilo85
view post Posted on 22/11/2007, 01:15




Sorvegliato speciale fermato per estorsione

CATANIA
- Fermato per estorsione dalla polizia un sorvegliato speciale catanese indicato come organico della famiglia mafiosa Santapaola, gruppo di Monte Po. In manette è finito Claudio Strano, 30 anni, fratello del più noto Alessandro, 33 anni, ritenuto reggente del gruppo, detenuto dal 1999.

Il pregiudicato, raggiunto da un provvedimento di fermo emesso dai magistrati della Dda di Catania, è accusato di avere "taglieggiato" un imprenditore edile con l'aggravante di avere agito avvalendosi delle condizioni di assoggettamento derivanti dall'appartenenza all'organizzazione mafiosa Santapaola e di avere commesso il fatto durante il periodo in cui era sottoposto alla misura della sorveglianza speciale, con obbligo di soggiorno nel comune di Catania.

Claudio Strano, secondo quanto accertato nel corso delle indagini, avrebbe costretto, nell'estate del 2006, i titolari di un'impresa edile a consegnargli la somma di 700 euro e ad eseguire lavori di manutenzione stradale nel quartiere di Monte Po, stimabili in alcune migliaia di euro.

21/11/2007
 
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Lilo85
view post Posted on 22/11/2007, 10:00




Mafia e 'ndrangheta gestivano traffico di droga, 19 arresti

PALERMO - I carabinieri hanno eseguito all'alba 19 ordini di custodia cautelare in carcere per un traffico di droga che veniva gestito in Sicilia da boss di Cosa nostra e della 'ndrangheta. I provvedimenti sono stati emessi dal gip del tribunale di Palermo, Silvana Saguto, su richiesta dei sostituti procuratori Michele Prestipino, Roberta Buzzolani e Maurizio de Lucia.

All'operazione partecipano più di 300 carabinieri che con elicotteri e unità cinofile stanno anche effettuando numerose perquisizioni.

Gli indagati, accusati di far parte di famiglie mafiose siciliane e delle 'ndrine calabresi, per gli inquirenti avrebbero gestito un vasto traffico di stupefacenti e avviato affari illegali.

Dall'inchiesta emerge soprattutto l'intreccio fra Cosa nostra e 'ndrangheta e collegamenti pure con esponenti della camorra.

22/11/2007

Edited by Tex - 23/11/2007, 01:28
 
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view post Posted on 23/11/2007, 01:29
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Torna in carcere ex sindaco nell'Agrigentino

CAMPOBELLO DI LICATA (AGRIGENTO) - È tornato in carcere l'ex sindaco di Campobello di Licata, Calogero Gueli, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa ed estorsione. I carabinieri lo hanno riportato in cella dopo che la Cassazione ha rigettato il ricorso che l'indagato aveva presentato, nel giugno scorso, contro il provvedimento del Tribunale del riesame.

Gueli era stato arrestato il 10 maggio 2006 e poi scarcerato. La Procura aveva fatto ricorso che era stato accolto dai giudici del Tribunale della libertà, che aveva confermato il ritorno in carcere dell'ex sindaco, ma il provvedimento era stato impugnato da Gueli in Cassazione. Adesso la Suprema Corte ha dato il via libera al suo ritorno in cella.

22/11/2007
 
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Lilo85
view post Posted on 23/11/2007, 13:15




Mafia e 'ndrangheta, un patto per la droga

PALERMO
- Le forze dell'ordine hanno eseguito 19 ordini di custodia cautelare in carcere per un traffico di droga che veniva gestito in Sicilia da boss di Cosa nostra e della 'ndrangheta. Gli indagati, accusati di far parte di famiglie mafiose siciliane e delle 'ndrine calabresi, per gli inquirenti avrebbero gestito un vasto traffico di stupefacenti e avviato affari illegali. Dall'inchiesta emerge soprattutto l'intreccio fra Cosa nostra e 'ndrangheta e collegamenti pure con esponenti della camorra. I carabinieri e la polizia penitenziaria, dalla cui iniziativa di accertamento è scaturita l'operazione odierna, hanno eseguito perquisizioni nel carcere Pagliarelli di Palermo, dove sono detenuti boss di Cosa nostra, della 'ndrangheta e della camorra.

Nell'istituto di pena, i militari hanno controllato in diverse celle, gran parte delle quali si trovano nella zona di alta sorveglianza, cioè dove sono rinchiusi esponenti dei clan napoletani, delle famiglie siciliane e delle 'ndrine calabresi, alcuni dei quali già condannati all'ergastolo. Le forze dell'ordine hanno arrestato un agente di polizia penitenziaria, Fabrizio Esposito, che sarebbe stato utilizzato da camorristi per mettere in contatto alcuni detenuti nel carcere di Pagliarelli con componenti dei clan napoletani. Il provvedimento cautelare è fra i 19 firmati dal gip ed eseguiti dai militari dell'Arma. L'agente avrebbe ricevuto somme di denaro dal detenuto Antonio Mennetta, di Napoli, anche lui destinatario di un provvedimento di custodia cautelare. Secondo l'accusa, Esposito avrebbe fatto entrare in carcere telefoni cellulari destinati ai detenuti napoletani e altri oggetti di cui è vietata la detenzione in cella.

Arrestato anche un educatore carcerario, Benedetto Sardisco, di 28 anni, dipendente di un ente di formazione professionale. Per gli inquirenti sarebbe stata una persona disponibile alle richieste dei detenuti, ai quali, in cambio di qualche centinaio di euro, si sarebbe prestato anche lui a far arrivare telefonini cellulari dentro il carcere. Dall'inchiesta emerge che l'agente penitenziario aveva il vizio del gioco ed era indebitato fino al collo. L'uomo è stato filmato mentre incontrava all'aeroporto "Falcone-Borsellino" di Palermo Alberto Sperindio. L'uomo era arrivato con un volo da Napoli e per farsi riconoscere aveva indossato un cappellino della squadra di calcio partenopea.

I provvedimenti cautelari, oltre all'agente penitenziario Fabrizio Esposito e all'educatore Benedetto Sardisco, sono stati emessi nei confronti di: Marcello Viviano, 34 anni; Vincenzo Cascino, di 39; Giovanni Lo Presti, di 35; Salvatore Tomasino, di 31; Alfredo Santoro, di 33; Antonino Sanfilippo, di 38; l'albanese Berti Braho, di 35; Antonino De Luca, di 37, e Giacomo Fidone, di 38, di Scicli (Ragusa); il calabrese Girolamo Parrello, di 32; Francesco Morano, di 39; Francesco Bonanno, di 35; Antonio Mennetta, di 22; il napoletano Alberto Sperindio, di 28; il catanese Gianluca Di Mauro, di 24; Enrico Grasso, di 29 e Luigi Abbascià, di 27. Molti sono già detenuti nel carcere di Pagliarelli nell'area di massima sicurezza. Sono accusati, a vario titolo, di corruzione aggravata e continuata e traffico di stupefacenti.

22/11/2007
 
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view post Posted on 25/11/2007, 01:51
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Punito per contrasti nella cosca Santapaola

CATANIA - La polizia ha fatto luce sul tentato omicidio di Michele Guardo, 35 anni, rimasto ferito in un agguato avvenuto la sera del 12 dicembre 2006. L'uomo sarebbe stato punito per contrasti insorti all'interno della cosca Santapaola.

Nell'ambito dell'inchiesta, condotta dalla Squadra mobile di Catania, su delega della locale Dda, sono state fermate tre persone: Giuseppe Rannesi, 39 anni; Alfio Currao, 40 anni e Luigi Emmanuele, 44 anni, perché gravemente indiziati dei reati di tentato omicidio, detenzione e porto illegale di armi da fuoco. Nel medesimo contesto è stato arrestato Salvatore Rannesi, 40 anni, sorvegliato speciale, di Misterbianco.
A tutti viene contestata l'aggravante di avere commesso il fatto per agevolare l'associzione mafiosa Santapaola di cui farebbero parte. Ed un'ordinanza di custodia cautelare in carcere è stata notificata a Carmelo Rannesi, 43 anni, detenuto per altra causa presso la casa circondariale di piazza Lanza, perché ritenuto responsabile in concorso dei medesimi delitti. Una sesta persona è sfuggita alla cattura e viene ricercata. Secondo quanto accertato dalla polizia, gli arrestati avrebbero agito per contrasti insorti con Michele Guardo ed il padre Francesco, di 58 anni, entrambi pregiudicati, indicati come appartenenti alla cosca "Santapaola-Ercolano", in ordine a dissidi interni alla famiglia.

24/11/2007
 
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Lilo85
view post Posted on 27/11/2007, 12:39




Estorsioni a imprenditori, tre arresti a Gela

GELA (CALTANISSETTA)
- L'imposizione del pizzo a commercianti e imprenditori di Gela è emersa da una nuova inchiesta che stamani ha portato all'esecuzione di tre ordini di custodia cautelare. I provvedimenti, firmati dal Gip del tribunale di Caltanissetta, riguardano persone di Gela ritenute legate alle organizzazioni criminali locali.

Gli indagati sono accusati di associazione mafiosa ed estorsione. L'inchiesta contiene anche dichiarazioni di collaboratori di giustizia che hanno contribuito a indicare agli investigatori gli esattori del pizzo e le vittime che erano costrette a pagare.

In manette è finito Giorgio Lignite, 37 anni, dipendente di una ditta di rifiuti, ritenuto il referente del clan Emmanuello di Gela. Gli altri due provvedimenti, notificati in carcere, riguardano Angelo Fiorisi, 40 anni e arrestato lo scorso 20 novembre nell'ambito dell'operazione antimafia Mizar, e Salvatore Cannizzo, 44 anni, in carcere dallo scorso 11 maggio nell'ambito dell'operazione Biancone.

Secondo gli investigatori Lignite, per conto di Cosa nostra, e Angelo Fiorisi, per la Stidda, hanno assunto un ruolo di rilievo nelle cosche decimate dall'esecuzione di numerosi provvedimenti cautelari, occupandosi del pizzo.

27/11/2007
 
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view post Posted on 28/11/2007, 13:01
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Mafia - Si costituisce latitante catanese

CATANIA - Si è costituito presentandosi nel carcere di piazza Lanza a Catania, Carmelo Litrico, 24 anni, ricercato nell'ambito delle indagini sul tentativo di omicidio di Michele Guardo, 36 anni, indicato da fonti investigative come esponente di spicco della cosca Santapaola. La polizia gli ha notificato un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip di Catania per detenzione e porto di arma comune da sparo. I presunti autori del tentativo di omicidio sono stati tutti arrestati. Litrico deve rispondere soltanto del porto illegale di arma da fuoco.

28/11/2007
 
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Giudice di pace
view post Posted on 30/11/2007, 11:06




Palermo, preso boss: stava guardando fiction su Riina.

Michele Catalano e' ritenuto elemento spicco clan Lo Piccolo.

(ANSA)-PALERMO, 30 NOV - Arrestato Michele Catalano, ritenuto personaggio di spicco del clan Lo Piccolo. Il latitante stava guardando la fiction 'Il capo dei capi'. Quando i carabinieri, ieri sera, hanno fatto irruzione in un appartamento di Palermo, lo hanno trovato davanti alla tv. La casa e' di una donna che ospitava Catalano, sfuggito per un soffio al blitz che porto' in carcere Salvatore e Sandro Lo Piccolo. Catalano e' accusato di aver partecipato ad estorsioni e traffico di droga.

Edited by Tex - 30/11/2007, 15:35
 
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SiLu84
view post Posted on 30/11/2007, 11:26




CITAZIONE (Giudice di pace @ 30/11/2007, 11:06)
Palermo, preso boss: stava guardando fiction su Riina.

Michele Catalano e' ritenuto elemento spicco clan Lo Piccolo.

(ANSA)-PALERMO, 30 NOV - Arrestato Michele Catalano, ritenuto personaggio di spicco del clan Lo Piccolo. Il latitante stava guardando la fiction 'Il capo dei capi'. Quando i carabinieri, ieri sera, hanno fatto irruzione in un appartamento di Palermo, lo hanno trovato davanti alla tv. La casa e' di una donna che ospitava Catalano, sfuggito per un soffio al blitz che porto' in carcere Salvatore e Sandro Lo Piccolo. Catalano e' accusato di aver partecipato ad estorsioni e traffico di droga.

preso mentre guardava la fiction??? :blink.gif: :grande_risata.gif: :clapping.gif:
 
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