CALTANISSETTA - I carabinieri del Ros stanno eseguendo un'ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 4 indagati, emessa su richiesta della direzione distrettuale antimafia di Caltanissetta, per estorsione e detenzione illegale di armi, esplosivi e munizioni. Le indagini hanno accertato un'attività estorsiva dei vertici di Cosa nostra agrigentina e nissena ai danni dell'impresa acquirente di uno stabilimento di bitume al confine tra le due province. Gli investigatori hanno individuato anche un nascondiglio dove venivano custodite armi, munizioni ed esplosivo ad alto potenziale.
PALERMO - La polizia ha arrestato nel Trapanese 12 persone accusate di associazione mafiosa, estorsione aggravata, incendio aggravato, violazione di domicilio e violazione delle misure di sorveglianza speciale. In cella sono finiti anche tre imprenditori.
L'inchiesta, che ha portato alla scoperta dei vertici delle cosche, ruota attorno al mandamento mafioso di Alcamo e ai clan di Castellammare del Golfo e Calatafimi. Tra gli indagati c'è anche un consigliere comunale di Castellammare, Girolamo Genna (che non è stato arrestato), titolare di uno studio di progettazione, accusato di avere rapporti con i clan.
Diverse le estorsioni emerse dall'inchiesta: i clan riscuotevano il pizzo da ristoranti, bar, imprese di costruzioni facendo precedere i taglieggiamenti da danneggiamenti e attentati incendiari. Oltre a chiedere somme di denaro alle vittime, i boss imponevano assunzioni di loro protetti e costringevano professionisti - è il caso di un dentista - a rinunciare al pagamento delle parcelle per cure fatte a un complice del capomafia Diego Ruggeri.
Gli inquirenti hanno anche scoperto un tentativo della famiglia mafiosa di Alcamo di ottenere il monopolio del commercio di calcestruzzo imponendo alle imprese di acquistarlo da ditte vicine ai clan. Uno degli arrestati, Salvatore Giordano, è stato fermato a Milano. Sono in corso diverse perquisizioni e 15 persone hanno ricevuto avvisi di garanzia tra le quali un immobiliarista di Castellammare dl Golfo. Avrebbe ospitato i summit mafiosi in locali di sua proprietà.
Sarebbe anche emersa una spaccatura all'interno della 'famiglia' di Castellammare: un gruppo di uomini d'onore che faceva riferimento a Diego Ruggeri, pregiudicato e sorvegliato speciale, avrebbe preteso il pizzo senza chiedere l'autorizzazione al capomafia Michele Sottile che, per anzianità, sarebbe stato il capo naturale del clan. Per evitare che scoppiasse una guerra di mafia e dirimere le controversie da altri due uomini d'onore coinvolti nel blitz, Antonino Bonura e Rosario Leo, venne convocata una riunione tra i vertici delle famiglie di Alcamo, Castellammare e Calatafimi.
Questi gli arrestati nel blitz antimafia della polizia: Antonino Bonura, imprenditore, 49 anni, Antonino Bosco, 57 anni, - gli agenti gli hanno notificato la misura in carcere, dove sconta una condanna all'ergastolo -, Vincenzo Bosco, operaio, 49 anni, Sebastiano Bussa, 37 anni, Vincenzo Campo, procacciatore d'affari, 44 anni, Salvatore Giordano, imprenditore, 53 anni, Rosario Leo, imprenditore, 43 anni, Salvatore Mercadante, allevatore, 28 anni, Nicolò Pidone, dipendente della Forestale, 50 anni, Diego Rugeri, 32 anni, Giuseppe Sanfilippo, operaio, 30 anni e Michele Sottile, 59 anni.
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