Il sole a scacchi 2013

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°Lilo°
view post Posted on 22/11/2013, 14:09




CATANIA – Piccoli imprenditori che usano esponenti della criminalità organizzata come esattori. E’ questo il tratto più inquietante dell’operazione dei Carabinieri di Catania che ha assicurato alla giustizia nove presunti esponenti del Clan Laudani, conosciuti come Mussi i ficurinnia, con l’accusa di estorsione aggravata e rapina. In manette Filippo Anastasi, Antonino Fosco, Gianluigi Partini, Stellario Filetti, Omar Scaravilli, Luca Agatino Pellegriti, Nunzio Spanò.

L’organizzazione criminale forte nell’hinterland etneo sarebbe riuscito anche ad intessere rapporti con alcuni esponenti del tessuto economico etneo, assumendo il ruolo di intermediari. Due imprenditori, Giovanni Spina e Domenico Indelicato, secondo le ipotesi investigative, avrebbero avuto il ruolo di committente: i soggetti mafiosi sarebbero serviti per recuperare somme vantate con alcuni debitori. Forse, il metodo “mafioso” risultava più incisivo. Dietro le sbarre finiscono, ed è la prima volta che accade, i due piccoli imprenditori che – scrivono gli inquirenti – “hanno fatto ricorso a soggetti mafiosi per il recupero di presunti crediti”.

I Carabinieri del Nucleo Investigativo di Catania, con il supporto della Squadra Mobile, hanno svolto delicate attività investigative nell’intero comprensorio etneo dalle quali è stato possibile ricostruire la dinamica di diverse estorsioni avvenute tra il 2010 e il 2013: modalità, contatti con la vittima, riscossione del pizzo. Fondamentale per l’inchiesta anche il coraggio di chi ha denunciato gli aguzzini.

La prima vittima. Un imprenditore edile di Mascalucia, nel 2011, subisce la prima rapina. E’ solo l’inizio dell’incubo. Derubato del proprio mezzo fondamentale per la sua impresa, sarebbe stato aggredito e picchiato da Filippo Anastasi e Fosco Antonino. Tutto per costringerlo a saldare il presunto debito che aveva con Spina e Indelicato di 25 mila euro. A commissionare il lavoro sarebbero stati proprio i due piccoli imprenditori, ora rinchiusi in una delle celle di Bicocca.

La seconda vittima. Il dramma del titolare di una fabbrica di fuochi d’artificio di Santa Venerina parte nel luglio del 2010. Gianluca Partini, Stellario Fileti e Omar Scaravilli hanno prima rubato un grosso quantitativo di materiale pirotecnico e poi avrebbero preteso il pagamento di 15 mila euro per la restituzione della refurtiva. L’imprenditore sarebbe stato costretto a consegnare 60 mila euro e “regalare” 17 bancali di fuochi d’artificio a “saldo” del pizzo richiesto.

La terza vittima. Omar Scaravilli è il carnefice di un costruttore di Valverde: questi avrebbe pagato una sorta di caparra di 9000 euro e poi ogni mese il pizzo di 600 euro.

La quarta vittima. Un pasticcere di Bronte specializzato nei prodotti al pistacchio aveva un debito di 400 mila euro nei confronti di un imprenditore. Scaravilli, Spanò e Pelleriti si sono presentati alla sua porta minacciandolo: sarebbe stato costretto a ritirare l’istanza di fallimento che aveva presentato per poter recuperare il suo credito.

Nell’ordinanza firmata dal pm Giovannella Scaminaci, non ci sono solo le quattro estorsioni. Fosco e Scaravilli sarebbero, secondo le indagini della Mobile di Catania, gli aggressori del titolare di una trattoria di Mascalucia. La violenza sarebbe scaturita per un banale fraintendimento in merito all’orario di prenotazione del tavolo.

Il blitz coordinato dalla Direzione Distrettuale Antimafia, guidata dal Procuratore Giovanni Salvi, è scattato questa mattina all’alba. 100 militari hanno eseguito l’ordinanza emessa dal Gip su richiesta della Dda etnea nei confronti di 11 persone: in manette sono finite solo in 9, due sono latitanti.
 
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view post Posted on 25/11/2013, 14:07




CATANIA - Un uomo di 54 anni, Giuseppe Amore, è stato arrestato a Catania da agenti della squadra mobile con l'accusa di aver tentato di estorcere 60 mila ai titolari di una pizzeria del centro storico della città. È accusato di tentativo di estorsione aggravata. La richiesta era stata avanzata con una lettera anonima fatta recapitare all'inizio del mese nel locale, i cui titolari avevano denunciato l'accaduto. Gli agenti da qual momento avevano controllato l'attività commerciale ritenendo che gli estorsori si sarebbero fatti vedere dato che che nessuno aveva aderito alla richiesta del denaro.

Venerdì scorso gli agenti hanno notato la presenza di un uomo, identificato poi come Amore, che dopo avere scambiato qualche battuta con un addetto alla sala si era allontanato, dal locale nel quale aveva fatto ritorno dopo qualche ora incontrando i titolari e reiterando la richiesta estorsiva. Dopo il colloquio l'uomo é stato bloccato dagli agenti, che si erano mescolati alla clientela. Ad Amore è stata anche contestata l'aggravante delle modalità tipicamente mafiose della richiesta di "pizzo" già contenuta nella missiva e per essersi presentato quale emissario di una "famiglia" della quale tuttavia non ha specificato nulla. L'uomo è stato rinchiuso nel carcere di Bicocca.
 
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view post Posted on 27/11/2013, 08:56




CATANIA - Dalle prime luci dell’alba, oltre 150 militari del Comando provinciale della Guardia di Finanza di Catania sono impegnati nell’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare, emessa nell’ambito di indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 24 soggetti di clan mafiosi affiliati alla cosca Santapaola – Ercolano resisi, a vario titolo, responsabili di associazione per delinquere di stampo mafioso finalizzata alla commissione di vari reati. Le indagini, coordinate dal procuratore Capo Giovanni Salvi sono state affidate al Pm Jole Boscarino.
 
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view post Posted on 3/12/2013, 13:48




CALATABIANO. Sventato un nuovo tentativo di infiltrazione mafiosa all’interno del servizio di raccolta dei rifiuti solidi urbani a Calatabiano. Sono stati fermati sabato mattina dai carabinieri della locale stazione con l’accusa di concorso in tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso e furto aggravato Pietro Ferretti, incensurato di 43 anni, e Vito Strano, pluripregiudicato di 53 anni, affiliato al clan Cintorrino legato alla cosca Cappello di Catania. Ieri mattina, su richiesta del sostituto procuratore di Catania Pasquale Pacifico, il gip ha emesso nei loro confronti due ordinanze di custodia cautelare in carcere. Gli indagati sono stati rinchiusi nel carcere di Bicocca a Catania.



LE INDAGINI. L’attività investigativa ha preso il via lo scorso 19 novembre, in seguito alla denuncia di furto contro ignoti presentata dalla società Caruter srl, l’azienda che dopo la fuoriuscita dell’Aimeri Ambiente ha preso in appalto il servizio di raccolta dei rifiuti nei comuni di Calatabiano, Fiumefreddo di Sicilia, Mascali, Piedimonte Etneo e Linguaglossa. Dal deposito della frazione Pasteria di Calatabiano erano spariti, tra sabato e domenica notte, due automezzi, un Piaggio Porter ed un Opel Van, mentre dagli altri 23 veicoli parcheggiati erano stati svitati dai serbatoi del carburante i tappi, lasciati poi lì in evidenza. Un furto commesso da tre individui con il volto coperto, come testimoniato dalle immagini del sistema di videosorveglianza, ma sembrato sin dall’inizio anomalo.

L’indagine, svolta nel più stretto riserbo, ha permesso di ricostruire l’intera vicenda. Pochi giorni dopo il furto, Pietro Ferretti, operaio della Caruter, ha contattato i responsabili della ditta proponendosi quale intermediario per il recupero degli automezzi rubati. Un furto che sarebbe stato, secondo l’uomo, una diretta ritorsione per non aver assunto chi era stato indicato da alcuni membri della criminalità organizzata di Fiumefreddo di Sicilia. Il 43enne ha raccontato che questi ultimi, intenzionati a dare alle fiamme l’intero autoparco, erano stati bloccati dal suo “patrozzo” Vito Strano. Per risolvere la questione la Caruter avrebbe dovuto sborsare una somma tra i 1000 ed i 3000 euro, quale regalo per il disturbo, ed assumere alle proprie dipendenze il figlio 28enne del suo “patrozzo”. Richieste che erano state respinte dai vertici dell’azienda.

Due giorni dopo l’intercessione i mezzi furono ritrovati, su indicazione dello stesso Ferretti, in contrada Pianotta, una zona di campagna nel comune di Fiumefreddo.

LE MODALITA’. Una condotta spregiudicata quella messa in atto, secondo la Procura di Catania, dai protagonisti della vicenda che avrebbero dimostrato “un elevato grado di professionalità nel delinquere e una non comune determinazione nel porre in essere il programma criminoso”. Pietro Ferretti, nonostante venga informato dai vertici della Caruter della regolare denuncia sporta ai carabinieri, non dimostra alcuna intenzione di rinunciare ai propositi criminali. L’uomo è forte della vicinanza a Vito Strano, pluricondannato anche per associazione a delinquere di stampo mafioso, e ritenuto un fedelissimo del boss dell’omonimo clan Antonino Cintorrino.

L’attività estorsiva, condotta secondo regole da manuale, era “caratterizzata da atti intimidatori non eclatanti”, per non attirare l’attenzione delle forze dell’ordine, “ma ben cadenzati nel tempo tali da far comprendere la reale capacità delinquenziale del sodalizio”.
 
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view post Posted on 7/12/2013, 19:30
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PATERNO' - I Carabinieri della Stazione di Paternò hanno arrestato Luca Vespucci, 31enne, di Paternò, su ordine di carcerazione emesso dalla Procura Generale della Repubblica della Corte d’Appello di Catania – ufficio esecuzioni penali. L’uomo, che è stato condannato con sentenza definitiva per associazione di tipo mafioso, commesso a Catania, Paternò e Bronte nel periodo antecedente al maggio 2006, dovrà espiare la pena di 1 anno e 8 mesi di reclusione. L’arrestato è stato tradotto nella casa di reclusione di Catania-Bicocca.
 
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°Lilo°
view post Posted on 19/12/2013, 12:40




ACIREALE. Un'attività d'indagine lunga e serrata compiuta dai carabinieri tra i comuni di Catania, Aci Catena e Riposto conseguenza di alcune rapine messe a segno ai danni di alcuni esercizi commerciali. La quadratura del cerchio, alla fine, è arrivata nelle scorse ore con i militari dell'Arma che hanno dato esecuzione a sei provvedimenti restrittivi emessi dal Gip di Catania, su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di altrettante persone ritenute, a vario titolo, responsabili dei reati di estorsione e violenza privata, aggravati per aver commesso i fatti avvalendosi delle condizioni previste dall’articolo 416 bis. In pratica, l'attività era finalizzata ad agevolare il gruppo mafioso “Santapaola-Ercolano”. I soggetti colpiti dalla misura cautelare sono: il 31enne pregiudicato Stefano Sciuto; il 37enne pregiudicato Carmelo Brancato; il 48enne G.C.; il 42enne S.C.; il 45enne pregiudicato Calogero Polisano; il 41enne pregiudicato Cirino Cannavò.

E tra le tante attività illecite svolte dal gruppo, il principale interesse criminale aveva quale scopo il controllo e la gestione di alcune attività economiche connesse indirettamente all’espletamento dei servizi svolti dal Presidio Ospedaliero Santa Marta e Santa Venera di Acireale: si fa riferimento, in particolare, al servizio di trasporto, attraverso le ambulanze dell’associazione Onlus “Il Gabbiano”, delle salme di persone appena decedute all’interno del nosocomio acese nonché l'organizzazione del relativo servizio funebre per mezzo del collegamento con la ditta "'Onoranze funebri Grasso" di Claudio Nelson Calatabiano, ditta imposta dagli indagati ai privati e ai familiari del defunto, con successiva divisione degli utili.

Gli stessi medici, poi, venivano costretti, in numerose occasioni, attraverso vere e proprie intimidazioni, ad effettuare in favore di elementi vicini al clan “Santapaola”, ovvero di loro parenti ed amici, prestazioni sanitarie esenti dal pagamento del ticket, effettuandole in regime di pronto soccorso dove, però, non sarebbe stato possibile espeltarle.

Attività illecite che richiedevano la costante ed assidua presenza di soggetti riconducibili all'associazione 'Il Gabbiano" presso l'ospedale dove il gruppo dei sei arrestato dai carabinieri, nonostante i divieti sanitari, venivano a conoscenza dell'imminente o appena avvenuto decesso di un paziente. Veniva poi impedito con la forza ad altre eventuali associazioni Onlus operanti sul territorio di fornire il servizio del trasporto dei malati. Dalle indagini si riscontravano numerose azioni illecite di natura intimidatoria tipicamente mafiosa, svolte dal gruppo capeggiato da Stefano Sciuto e Camillo Brancato, collaborati dai fratelli S. C. e G. C. e da alcuni dipendenti della ditta “Il Gabbiano Onlus” sia nei confronti dei familiari dei deceduti presso l’ospedale, costretti dietro minaccia a fruire del servizio loro offerto, sia ai danni delle ditte concorrenti che manifestavano l’interesse ad espletare il medesimo servizio.
 
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°Lilo°
view post Posted on 28/12/2013, 17:59




CATANIA - La polizia ha arrestato a Catania il mafioso Salvatore Piacenti, 56 anni, che aveva nel proprio appartamento una pistola calibro 38 con matricola abrasa e 5 grammi di cocaina. Altri 200 grammi di coca e 200 di marijuana sono stati trovati in un magazzino che secondo gli investigatori era di sua proprietà.
 
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°Lilo°
view post Posted on 31/12/2013, 18:14




TOT ARRESTI in sicilia per 416 bis e reati affini: 762
 
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82 replies since 10/1/2013, 14:08   3998 views
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