Il sole a scacchi 2013

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view post Posted on 17/9/2013, 13:25




PALERMO - Otto tra boss e gregari di Cosa nostra sono stati arrestati, in una maxi operazione condotta dai Carabinieri per smantellare un traffico di droga, all'alba nell'area occidentale della provincia di Palermo, tra i comuni di San Giuseppe Jato e Camporeale. Cento i militari impiegati, supportati dall'alto da due elicotteri. Gli ordini di custodia cautelare sono stati emessi dalla Dda. Dalle indagini avviate dai magistrati nel 2010 emerge come una delle fonti di sostentamento dell'organizzazione criminale rimanga la gestione diretta di sostanze stupefacenti.

"La mafia si dedica direttamente alla coltivazione e allo stoccaggio e vendita della cannabis. Un'attività modesta che dimostra che Cosa Nostra ha urgente bisogno di soldi. Questo perché con la crisi le estorsioni non riescono più a fare arrivare nelle casse dell'organizzazione criminale ingenti somme. Gli appalti sono sempre meno e le attività commerciali stanno affrontando una grave crisi", ha detto Teresa Principato, procuratore aggiunto Dda, commentando l'operazione dei carabinieri di stamane con otto arresti nel palermitano.

"La mafia non si ferma e non ci fermiamo neppure noi. Questa operazione è la prosecuzione di Perso nel 2008, The End nel 2010, e Grande Mandamento del 2012. In questi mesi abbiamo assistito al continuo predominio di Cosa Nostra nel territorio, e a nuovi scenari che hanno portato al ricambio dei vertici nel territorio. Si è passati dal dominio dei Vitale con nuovi capi come Sciortino. Avevamo richiesto 22 ordinanze di custodia cautelare e il Gip ne ha concesse solo 8 perché altri indagati sono già detenuti. Contro questa decisione presenteremo appello".

Ecco l'elenco i nomi degli arrestati: Giovanni Battaglia, 28 anni, nato ad Alcamo ma residente a Camporeale; Baldassarre Di Maggio, 34 anni, di San Giuseppe Jato; Pietro Ficarrotta, 44 anni, nato a Platania (Cz) e residente a San Cipirello; Raimondo Liotta, 47 anni, di Camporeale; Salvatore Lo Voi, 34 anni oggi, di San Giuseppe Jato; Giuseppe Mulè, 31 anni, di San Cipirello; Antonino Parrino, 42 anni, di San Giuseppe Jato e Rosario Parrino, 29 anni, di San Cipirello.
 
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view post Posted on 19/9/2013, 07:15




CATANIA -Salvatore Navanteri aveva approfittato dell'arresto di Michele D'Avola per fare la scalata e diventare il reggente del Clan. I suoi sogni di gloria, però, erano arrivati all'orecchio dei fedelissimi del "capo" dietro le sbarre che avevano deciso di farlo fuori. L'otto agosto scorso, però, qualcosa va storto e l'agguato contro Salvatore Navanteri fallisce. Il tentato delitto determina una spaccatura all'interno del Clan Navanteri, operativo nei territori tra Vizzini e Francofonte, ritenuto dagli inquirenti un'organizzazione vicina a "Cosa Nostra catanese".

L'aspirante capo cosca e i suoi adepti decidono di vendicarsi. I Carabinieri, impegnati nella delicata indagine per individuare gli autori del tentato omicidio, in poches settimane hanno raccolto elementi probatori di un certo rilievo che scattano il momento di forte fibrillazione nel Clan e riescono a scoprire il piano criminale che serviva a rispondere all'agguato a Salvatore Navanteri.

Questa mattina, all'alba, è scattata l'operazione della Direzione Distrettuale Antimafia etnea chiamata Ciclope. I carabinieri hanno eseguito un provvedimento tra le province di Catania, Siracusa, Agrigento e Cremona nei confronti di nove persone accusate di associazione di tipo mafioso, tentato omicidio, detenzione e porto abusivo di armi con l’aggravante di aver agito al fine di agevolare il sodalizio d’appartenenza.

Assicurando alla giustizia queste nove persone, i militari hanno fermato sul nascere quella che poteva trasformarsi in una sanguinaria guerra di mafia.
 
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view post Posted on 20/9/2013, 11:33




LEONFORTE (ENNA) - La squadra mobile di Enna nell'ambito di una operazione antimafia denominata "Homo Novus", coordinata dalla Dda di Caltanissetta, ha arrestato otto persone di Leonforte che avrebbero assunto il controllo del territorio e riorganizzato le estorsioni nell'Ennese.

L'operazione ha visto impegnati un centinaio di poliziotti della questura di Enna e rinforzi del reparto mobile di Palermo. Le accuse contestate sono associazione a delinquere di stampo mafioso, tentativi di estorsioni a imprenditori e commercianti, un furto aggravato seguito da tentativo di estorsione, il cosiddetto "cavallo di ritorno". I reati sono aggravati dall'essere stati compiuti con il metodo mafioso. La Dda ha dovuto stringere i tempi perché le attività estorsive erano in corso e le vittime sottoposte a intimidazioni.

Gli arrestati sono Giovanni Fiorenza, detto anche "Zio Giovanni" o "Sacchinedda", 54 anni, e i figli Alex, "Lo stilista", 31 anni, e Saimon, "Il bufalo", 29 anni; Mario Armerio, "Mario l'olandese", residente in Olanda, di fatto domiciliato a Leonforte, 57 anni; Giuseppe Viviano, "Pippo u catanisi" o "Il memorato", 53 anni; Nicola Guiso, "Dario" o "Il lupo", 38 anni; Gaetano Cocuzza, 26 anni; e Angelo Monsù, 43 anni.

Gli inquirenti hanno individuato in Giovanni Fiorenza il rappresentante della nuova famiglia. L'uomo, con precedenti per associazione mafiosa ed estorsione, è cognato di Rosario Mauceri, condannato all'ergastolo per associazione mafiosa e duplice omicidio aggravato, che è stato il referente a Leonforte di Gaetano Leonardo, a capo della storica famiglia di Enna.

Proprio Fiorenza, lo scorso agosto, si sarebbe recato a un summit dove avrebbe ricevuto da un esponente di vertice di Cosa nostra l'autorizzazione a operare nell'area che va da Nicosia alla zona del Dittaino, ambita anche dalla criminalità organizzata catanese. La legittimazione sarebbe stata accolta con soddisfazione dagli affiliati, i quali hanno comm
 
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view post Posted on 23/9/2013, 12:10




NAPOLI - Un trafficante di cocaina in affari con la mafia catanese è stato arrestato dai carabinieri di Napoli. I militari hanno catturato il ricercato Luigi De Martino, 37 anni, già noto alle forze dell'ordine, residente a Napoli, nel cuore della zona di Secondigliano dove gli affari illeciti sono sotto il controllo del clan camorristico dei Di Lauro. L'uomo era destinatario di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa il 21 maggio dal gip di Catania su richiesta della Dda etnea per associazione finalizzata al traffico di stupefacenti aggravata dal metodo mafioso nell'ambito dell'operazione Bisonte 2.

Nel corso delle indagini e' emerso che era attivamente inserito nella frangia campana di una associazione per delinquere dedita al trasferimento di cocaina sull'asse Napoli - Catania, insieme a un gruppo criminale siciliano che con i proventi della droga finanziava il clan catanese dei Cappello-Carateddi. De Martino e' stato individuato nell'abitazione della sorella a Casalnuovo, dove i militari hanno predisposto l'intervento per la sua cattura: dopo aver circondato la casa vi hanno fatto irruzione sorprendendolo a pranzo dalla sorella senza dargli alcuna possibilità di reazione. E' stato condotto nel centro penitenziario di Secondigliano.

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Stavano incendiando un negozio di giocattoli Tre arresti per tentata estorsione
IN VIA MILO
Stavano incendiando un negozio di giocattoli
Tre arresti per tentata estorsione
I Carabinieri di Catania, guidati dal Comandante Alessandro Casarsa, sono riusciti a sventare in tempo un atto intimidatorio ai danni di un esercizio commerciale. I tre avevano tentato di appicare il fuoco versando della benzina sulla saracinesca. Un cittadino ha notato movimenti sospetti ed ha chiamato il 112. Due degli arrestati hanno precedenti per associazione mafiosa.



CATANIA - Erano già riusciti a irrorare con del liquido infiammabile la saracinesca di un negozio di giocattoli in Via Milo a Catania. E' successo nella notte tra sabato e domenica intorno alle 2 del mattino. Un cittadino però ha notato strani movimenti di alcune persone a bordo di una cinquecento bianca ed ha allertato il 112. Sul posto è arrivata un'autoradio dei Carabinieri di Catania, i militari hanno immediatamente notato un uomo a bordo di una Fiato Punto e una volta fermato lo hanno trovato con una bottiglia di benzina vuota. In supporto è arrivata un'altra pattuglia che durante il tragitto si è imbattuta proprio nella cinquecento bianca segnalata nel corso della telefonata alla sala operativa dei Carabinieri. Alla vista dei militari i due uomini a bordo hanno cercato di disfarsi di un contenitore di liquido infiammabile e sono fuggiti. E' scattato l'inseguimento e i carabinieri sono riusciti a bloccare l'auto all'altezza del passaggio a livello di Via Empedocle.

Dagli accertamenti sul posto i carabinieri hanno rilevato residui di liquido infiammabile sulla saracinesca del negozio. Ma a inchiodare i tre sono state anche le riprese delle telecamere di videosorveglianza poste nella zona che hanno registrato il momento in cui era stata versata la benzina e il tentativo di incendio. La pioggia, però, sembrerebbe aver causato problemi all'accenzione dell'innesco. A finire in manette con l'accusa di tentata estorsione sono stati Salvatore Strazzeri, 44 anni, Giovanni Recupero, 37 anni, già sottoposto ai domiciliari, e Francesco Roberto Nocita, 63 anni. Recupero e Nocita hanno precedenti per associazione mafiosa.


Oltre alle bottiglie di benzina, i carabinieri hanno sequestrato un paio di guanti ed un cappello utilizzato per nascondere il viso ad eventuali telecamere. Gli oggetti sono stati trovati dai militari a seguito di una perquisizione nelle vetture. I tre sono detenuti nei carceri di Piazza Lanza e Bicocca.

La proprietaria dell'esercizio commerciale sentita dagli investigatori ha dichiarato di non essere stata mia oggetto di minacce o di richieste di estorsione.
 
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view post Posted on 24/9/2013, 09:55




MILANO - Dalle prime luci dell'alba è in corso un'operazione della squadra mobile coordinata da Dda di Milano, nei confronti di presunta organizzazione mafiosa attiva in Lombardia e ritenuta emanazione diretta di Cosa nostra.

Sono coinvolti anche Cinzia Mangano, figlia del palermitano Vittorio - il famoso "stalliere di Arcore", scomparso nel 2000 -, e il genero di lui, Enrico Di Grusa. Tra gli arresti, otto, c'è anche Giuseppe Porto, ritenuto il suo uomo di fiducia a Milano.

Vittorio Mangano era uno degli uomini di spicco di Cosa nostra a Milano e Paolo Borsellino, che indagava su di lui, pensava fosse una sorta di 'chiave' del riciclaggio di denaro sporco in Lombardia.
 
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view post Posted on 1/10/2013, 19:12




BELPASSO - I Carabinieri hanno arrestato il belpassese Antonino Ensabella, 55 anni, su ordine di esecuzione pena emesso dall’ufficio esecuzione della Corte di Appello di Catania, per estorsione continuata in concorso aggravata dal metodo mafioso. Ensabella è ritenuto responsabile di numerose estorsioni compiute nella zona di Belpasso, tra 1l 1987 e il 1993, quando era inserito nel clan del Malpassotu. L’uomo si trova detenuto nel carcere di Piazza Lanza dove espierà una pena di anni 3 e 6 mesi.

CATANIA - I Carabinieri hanno arrestato in flagranza il catanese Giuseppe Mangion, 54 anni, per inosservanza agli obblighi della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza. I carabinieri lo hanno riconosciuto e bloccato alla guida di una Fiat 500 sprovvisto di patente. Mangion è un noto esponente della famiglia Santapaola.
 
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view post Posted on 9/10/2013, 11:26




ALTAGIRONE (CATANIA) - L'amministratore delegato della Fip di Padova, Mauro Scaramuzza, e Gioacchino Francesco La Rocca, figlio del capomafia detenuto 'Ciccio', sono stati arrestati dai carabinieri, assieme ad altri tre indagati, nell'ambito di un'inchiesta su un appalto pubblico da 140 milioni di euro per la variante Caltagirone.

Nei loro confronti i militari dell'Arma hanno eseguito un ordine restrittivo del gip su richiesta della Dda della Procura di Catania, che ipotizza, a vario titolo, i reati di associazione di tipo mafioso, intestazione fittizia di beni e concorso esterno in associazione mafiosa.

Dalle indagini dei carabinieri sarebbe emerso l'interesse della storica famiglia mafiosa di Caltagirone dei La Rocca, legata a Cosa nostra, nell'esecuzione dei lavori. Secondo l'accusa, la cosca avrebbe agito affinché venissero dati in subappalto a ditte direttamente controllate dal clan con contratti artificiosamente frazionati in modo da eludere la normativa antimafia, percependo così un indebito profitto mediante l'ottenimento di finanziamenti pubblici.

Tra gli arrestati c'è Scaramuzza, ad della Fip di Padova, impresa di rilevanza internazionale, aggiudicataria dell'appalto (insieme alle società L&C unite in associazione temporanea di imprese) che secondo la Procura era "consapevole di apportare il contributo al clan La Rocca". Nel corso dell'operazione i carabinieri hanno sottoposto a sequestro preventivo due società.
 
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view post Posted on 11/10/2013, 07:34




CATANIA. I Carabinieri della Compagnia di Piazza Dante hanno arrestato in flagranza, per inosservanza agli obblighi della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza, il 26enne catanese Giovanni Crisafulli. Durante un servizio di controllo del territorio a San Cristoforo, i militari hanno fermato il noto sorvegliato e ritenuto affiliato al clan Cappello-Carateddi mentre in compagnia di altri pregiudicati percorreva a bordo di un motociclo la via Tripoli. Il 26enne è stato sottoposto ai domiciliari in attesa del rito per direttissima.
 
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view post Posted on 22/10/2013, 08:28




PALERMO- Il quartiere della Guadagna è il regno degli spacciatori di droga. Il consumo di cocaina non conosce crisi in città. E nel popolare rione alla periferia di Palermo c'era un via vai di consumatori. Professionisti, impiegati, studenti facevano la fila per comprare gli stupefacenti.

I carabinieri della compagnia di piazza Verdi hanno azzerato la rete dello spaccio. Quarantadue persone sono finite in manette nell'operazione denominata "Araba Fenice". Non è bastato loro parlare in codice. Dietro le parole "caffè" e "cocco" si nascondevano le dosi che i clienti più facoltosi commissionavano al telefono.

La Guadagna era il cuore di un mercato della droga che dalla zona orientale della città arriva fino alla stazione centrale. Vi lavoravano decine di picciotti. Ognuno con il suo ruolo. Da chi recuperava la droga a chi la consegnava, a chi faceva la vedetta per avvertire della presenza di occhi indiscreti. Uno stratagemma che non ha funzionato visto che i militari sono riusciti a infiltrarsi per piazzare telecamere e microspie. Stamani il blitz imponente con 180 militari impegnati.
 
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view post Posted on 24/10/2013, 09:03




A fare scattare le indagini dei carabinieri è stata la coraggiosa collaborazione di un imprenditore di Paternò che si è ribellato al ‘pizzo’. Aveva subito un grave atto intimidatorio, con l’incendio di un mezzo della sua attività e dopo le pesanti minacce per costringerlo a pagare a fare scattare le indagini dei carabinieri.

Oggi all’alba, i militari del Comando provinciale di Catania hanno arrestato, all’alba, tra Catania e Paternò quattro persone. Sono ritenute responsabili di associazione di tipo mafioso, estorsione, usura, spaccio di sostanze stupefacenti e rapina, con l’aggravante dell’aver agito al fine per agevolare la famiglia mafiosa.

In particolare, l’attività investigativa ha evidenziato l’appartenenza di due degli arrestati ai clan Mazzei e Assinnata, che operano nei territori di Catania e Paternò e ha consentito di documentare una serie di reati commessi.
 
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view post Posted on 29/10/2013, 22:16




ACIREALE - Chiedevano il pizzo ai commercianti e ai negozianti di Acireale. Una tangente per essere lasciati in pace e non avere "conseguenze". Il ricatto dell'estorsione tipica delle organizzazioni criminali, come quella sgominata dalla polizia di Acireale che ha eseguito un'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di quattro persone ritenute appartenti alla cellula mafiosa locale, legata a stretto giro alla famiglia Santapaola Ercolano.


Le manette sono scattate per Carmelo Messina, 56 anni, Salvatore Indeglicato, 43 anni, Camillo Brancato, 37 anni e Rosario Panebianco, 45 anni. Tutti sono indagati per associazione a delinquere di tipo mafioso finalizzata alle estorsioni ed al riciclaggio. Gli arresti di oggi sono il risultato di un'articolata inchiesta coordinata dalla Dda di Catania tra il 2010 e il 2011. Intercettazioni telefoniche e ambientali sono state da supporto alle attività condotte dalla Sezione Investigativa del Commissariato di Acireale che ha portato alla luce gli affari illeciti del gruppo criminale.
Le attività estorsive e di riciclaggio dei quattro non si concentravano solo ad Acireale, ma si sarebbero diffuse anche nei comuni limitrofi della fascia ionica. Le vittime erano soprattutto professionisti del settore commerciale.
 
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view post Posted on 9/11/2013, 14:25




VITTORIA (RAGUSA) - Operazione antimafia a Vittoria della squadra mobile della Questura di Ragusa che ha arrestato 4 persone accusate di appartenere al clan Piscopo. Tra gli indagati anche un sovrintendente di polizia dell'ufficio denunce del commissariato di Vittoria ritenuto un informatore del gruppo e accusato di favoreggiamento. È stato arrestato da suoi colleghi e condotto in un carcere militare. Le indagini della polizia sono state coordinate dalla Dda della Procura di Catania.

Gli arrestati sono Massimiliano Avola, di 37 anni, ritenuto il leader del gruppo, Enzo Rotante, di 43, Gianluca Rotante di 36, e Francesco Guastella, di 53, ex guardia giurata. In esecuzione di un'ordinanza emessa dal gip di Catania è stato arrestato per favoreggiamento Santo Ruggeri, di 49 anni, originario di Messina, appartenente alle forze dell'ordine in servizio a Vittoria, risultato, dalle indagini, avere "rapporti abituali e significativi con Avola, al quale forniva anche informazioni sulle indagini in corso".

Secondo l'accusa, i primi quattro farebbero parte di un clan riferibile a Cosa nostra che imponeva, attraverso una società di vigilanza, 'La custode', che è stata sequestrata, i servizi di 'guardiania' a imprenditori di Vittoria e nelle zone limitrofe.

Dalle indagini della polizia, emerge che il gruppo, facendo leva sulla forza d'intimidazione attuata anche con furti e danneggiamenti nei confronti di numerose aziende agricole, era riuscita ad imporsi in regime di quasi 'monopolio' nel settore della vigilanza. Dagli accertamenti delle forze dell'ordine sono stati anche ricostruiti "abituali contatti e rapporti che il gruppo criminale aveva con esponenti di altre organizzazioni criminali di stampo mafioso".

Le indagini della squadra mobile della Questura di Ragusa sono state coordinate dal procurato capo di Catania, Giovanni Salvi, e delegate al sostituto Valentina Sincero.
 
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view post Posted on 10/11/2013, 17:52




LENTINI – Latitanza finita per Calogero e Vincenzino Mignacca. Il loro covo è stato scoperto dal Gruppo di Intervento Speciale dei Carabinieri che questa mattina ha eseguito un blitz in un casolare di campagna a Lentini. I militari hanno prima circondato la casa e non ricevendo risposta alle ripetute richieste di resa hanno sfondato la porta d’ingresso e hanno fatto irruzione all’interno. Calogero Mignacca è stato immediatamente immobilizzato e disarmato, Vicenzino invece, che si trovava in un’altra stanza, si è sparato un colpo in testa uccidendosi.

I Mignacca sono elementi di spicco della famiglia mafiosa dei Tortoriciani, condannati all’ergastolo, con sentenze definitive, con l’accusa di associazione mafiosa, omicidi, rapine, estorsioni e altro. Le indagini per localizzare il nascondiglio dei due latitanti sono state condotte dai reparti operativi di Messina e Catania e coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Messina. Questa mattina il blitz a Lentini che ha permesso di catturare Calogero Mignacca. Vicentino, invece, è morto suicida.
 
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view post Posted on 11/11/2013, 14:35




MESSINA - I carabinieri hanno arrestato altre sette persone che costituivano la rete di fiancheggiatori dei fratelli Mignacca il cui covo è stato scoperto ieri dai militari. Il blitz si è concluso con l'arresto di Calogero Mignacca e il suicidio del fratello Vincenzino che si è sparato un colpo di pistola alla tempia.

Erano stati entrambi condannati all'ergastolo con sentenze definitive per associazione mafiosa, omicidi, rapine, estorsioni e altri reati. Nel casolare trovato anche un piccolo arsenale.

Gli arrestati sono Sebastiano Galati Sansone, 37 anni, Giuseppe Galati Sansone, 52 anni, Oscar Galati Sansone, 28 anni, Salvatore La Fornara, 59 anni, Carmelo Bontempo Ventre, 40 anni, Sebastiano Tilenni Scaglione, 27 anni e Giuseppe Caniglia, 31 anni. Caniglia era il proprietario del terreno dove si trovava il covo dei Mignacca, mentre gli altri arrestati ne proteggevano la latitanza.

Nella perquisizione dell'edificio dove si nascondevano i Mignacca, i militari hanno trovato un giubbetto antiproiettile, una pistola Beretta calibro 9x21 con matricola abrasa, una pistola Browning cal. 6.35, un fucile a pompa cal. 12, due doppiette calibro 12 con matricola abrasa, una pistola mitragliatrice Skorpion con silenziatore, un fucile tipo Kalashnikov calibro 7.62.

Sono stati anche sequestrati un pc portatile, materiale cartaceo ed un' autovettura Volkswagen Caddy rubata nel 2011 in provincia di Catania.
 
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view post Posted on 19/11/2013, 10:45
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CATANIA - Prima gli hanno rubato i mezzi necessari per la sua attività agricola e poi lo hanno contattato chiedendo una tangente per la restituzione. I carabinieri hanno scoperto l'intero piano criminale e questa mattina hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare in carcere spiccata dal Gip di Catania nei confronti di Rodolfo Fichera, 52 anni, Gianni Galato Massari, 38enne, Francesco Furnari, 47anni, e il 52enne Salvatore Torre. Nel pomeriggio sono scattate le manette anche per Angelo Distefano, 55 anni, che questa mattina era risultato latitante. Per tutti e cinque l'accusa è di estorsione, consumata e tentata, ma per tre di loro c'è l'aggravante del metodo mafioso

Fonte Live sicilia

Attached Image: estorsione1

estorsione1

 
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