Il sole a scacchi, 2011

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°Lilo°
view post Posted on 12/7/2011, 11:03




PALERMO - I carabinieri del Comando Provinciale di Palermo stanno eseguendo 37 fermi, emessi dalla Dda, con l'accusa di associazione mafiosa finalizzata alle estorsioni, alle rapine, e al traffico di stupefacenti. I destinatari del provvedimento - tra i quali figurano esponenti di vertice del mandamento di Pagliarelli e della famiglia mafiosa del Borgo Vecchio - sono anche accusati di aver favorito, a vario titolo, la latitanza dei boss Giovanni Nicchi e Filippo Annatelli.

L'operazione scaturisce dall'indagine, denominata in codice "Hybris", che portò alla cattura di Giovanni Nicchi. Gli investigatori sono infatti riusciti a ricostruire la fitta rete logistica che garantiva la latitanza al boss, oltre agli attuali organigrammi del mandamento mafioso di Pagliarelli che tuttora rappresenta un punto nevralgico negli equilibri di Cosa Nostra.

Contestualmente sono stati identificati alcuni appartenenti alla famiglia del Borgo Vecchio, collegata al mandamento di Porta Nuova, che avrebbero gestito un'attività capillare di estorsioni sul territorio.

Le indagini, che si sono avvalse di intercettazioni video e audio, hanno accertato l'imposizione del "pizzo" ad oltre 30 imprenditori e commercianti del capoluogo, molti dei quali hanno collaborato con gli investigatori. I proventi delle estorsioni venivano poi reinvestiti nel traffico di cocaina.

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CATANIA - Il latitante Gaetano Silvestro Musumeci, di 43 anni, ricercato dal 5 aprile scorso per spaccio di droga è stato arrestato da agenti della squadra mobile della Questura di Catania. L'uomo si nascondeva in una villetta del villaggio marinaro Paradiso degli aranci.

Musumeci era sfuggito al blitz 'Mulini' contro 18 presunti appartenenti a una una banda che gestiva lo spaccio di droga nel rione Tondicello, che acquistava dalla cosca Nuvoletta di Napoli che rifornisce il clan Cappello. Secondo la polizia, il gruppo, che faceva capo a Carmelo Trovato, ritenuto dagli investigatori come uno dei più grandi trafficante di cocaina a Catania, riusciva a fatturare tra i 15-20 mila euro al giorno.

Secondo quanto accertato dalla squadra mobile, gli spacciatori lavoravano dalle 10 del mattino alle 4 di notte, riuscendo a vendere 40 dosi l'ora. I proventi del traffico sarebbero stati reinvestiti in immobili, otto dei quali sono stati preventivamente sequestrati in due diverse operazioni.

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CATANIA - Un ordine di custodia cautelare per tentativo di estorsione è stato notificato a Carmelo Ingrasciotta, 39 anni, da carabinieri della compagnia Piazza Dante di Catania. Il provvedimento gli è stato consegnato in carcere, dove era già detenuto per altra causa.

Secondo l'accusa, Ingrasciotta avrebbe chiesto una tangente mensile di 500 euro a un panettiere che lavora nel centro di Catania, che ha denunciato le minacce subite. La richiesta di 'pizzo' era stata avanzata con un biglietto dal contenuto estorsivo lasciato davanti l'ingresso dell'attivà. Rilievi tecnici e servizi di osservazione hanno permesso ai carabinieri di risalire a Ingrasciotta quale presunto autore del tentativo di estorsione.

Edited by °Lilo° - 15/7/2011, 13:40
 
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view post Posted on 14/7/2011, 09:17




RAGUSA - La Squadra Mobile e i Carabinieri di Ragusa hanno arrestato Emanuele Galofaro, 31 anni, e Pietro Alessandrello, di 24 anni, per tentata estorsione ai danni di un imprenditore. I due arrestati sono destinatari di una ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Catania, Giuliana Sammartino, su richiesta della DDA etnea.

Edited by °Lilo° - 15/7/2011, 13:38
 
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view post Posted on 15/7/2011, 12:38




MESSINA - I carabinieri hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare a Messina nei confronti di Luigi Tibia, 37 anni, ritenuto referente di spicco del clan mafioso del rione Giostra, della moglie Maddalena Cuscinà, 34 anni, e di Edoardo Puglisi, 35, ritenuto prestanome del presunto mafioso. Sono accusati di intestazione fittizia di beni. I militari hanno anche sequestrato a Tibia beni per oltre un milione di euro che il mafioso aveva intestato alla moglie e a Puglisi. Tra questi due società: la prima gestiva tre esercizi commerciali, l'altra un noto stabilimento balneare cittadino. Sequestrati, inoltre, tre unità immobiliari, un'auto di lusso e un autocarro.
 
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°Lilo°
view post Posted on 19/7/2011, 12:21




ATANIA - Dodici persone sono state arrestate da militari della guardia di finanza di Catania nell'ambito di una operazione che ha permesso di smantellare un'organizzazione dedita all'usura e all'estorsione.

Secondo quanto accertato, l'organizzazione applicava tassi del 400% annuo e tra le sue vittime c'erano commercianti, liberi professionisti e lavoratori dipendenti. Chi non onorava il prestito ricevuto sarebbe stato anche malmenato. Fondamentali la collaborazione delle vittime, le intercettazioni, i pedinamenti e gli accertamenti bancari. Secondo quanto accertato il denaro veniva concesso solo dopo la consegna da parte delle vittime di assegni post-datati, generalmente di un mese, con un importo superiore al prestito.

Alla prima scadenza, se l'impegno non veniva onorato, gli usurai si facevano consegnare altri assegni post-datati per somme sempre maggiori fino a quando risultava evidente che i debitori non sarebbero stati più in grado di onorare gli impegni. A questo punto le vittime erano sottoposte prima a pressioni di natura psicologica e poi ad atti di violenza fisica.

Alcune delle vittime sarebbero state costrette a spogliarsi dei loro beni per soddisfare le esigenze pressanti dei loro creditori. Due delle dodici persone arrestate all'alba di oggi, tra le quali un biologo, sono state poste agli arresti domiciliari.

Gli arrestati sono due venditori di contenitori ortofrutticoli, Maurizio Lazzaro, di 44 anni, e Bartolo Carmelo Lazzaro, di 24; un mediatore immobiliare, Rosario Foti, di 36; un commerciante di prodotti ortofrutticoli di 51 anni, Assunto Santo Condorelli; un ex dipendente portuale, Tiziano Rando, di 37; un dipendente dell'Ast, Felice Papaserio, di 36; un dipendente della Catania Multiservizi, Gaetano Livera, di 57; un ex dipendente di una società di raccolta rifiuti, Marco Rapisarda, di 34; un biologo, Salvatore Scuderi, di 57.

Uno dei provvedimenti restrittivi è stato notificato a un detenuto per associazione mafiosa attualmente rinchiuso nella casa circondariale dell'Aquila, Orazio Privitera, allevatore di bestiame di 49 anni. Agli arresti domiciliari sono stati posti un mediatore finanziario, Gaetano Orazio Votadoro, di 52 anni e il titolare di un distributore di carburanti Francesco La Rosa, di 49.
 
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view post Posted on 20/7/2011, 11:07




NELL'OPERAZIONE, SONO STATI IMPIEGATI ELICOTTERI, UNITÀ CINOFILE, 130 MILITARI E 50 MEZZI
Mafia, patto di non belligeranza:
27 ordinanze di custodia cautelare
Clan rivali dividevano gli introiti per sostenere gli affiliati in cella. Imprenditori assumevano per finta parenti dei boss che beneficiavano dell'affidamento ai servizi sociali

MILANO - Operazione antimafia dei carabinieri del Comando provinciale di Caltanissetta. Eseguite 27 ordinanze di custodia cautelare. In manette personaggi di spicco appartenenti a Stidda e Cosa nostra di Mazzarino, a pochi chilometri da Gela, due organizzazioni criminali tradizionalmente rivali, ma che avevano stretto un patto per spartirsi gli affari, in prevalenza estorsioni e droga. Un accordo di non belligeranza per dividersi i vasti introiti utilizzati anche per il sostentamento degli affiliati, liberi e in cella. Le ordinanze hanno raggiunto personaggi che si erano insediati in Lombardia, Umbria e Marche. L'operazione, che è tuttora in corso, si è svolta tra Caltanissetta, Enna, Monza, Brescia, Cinisello Balsamo, Spoleto e Fossombrone, oltre ai centri siciliani di Sambuca (AG) e Paternò (CT).


SOLIDARIETA' - Gli investigatori hanno accertato che a Mazzarino operavano due clan criminali, legate a Cosa Nostra e alla Stidda, che avevano stabilito un patto di non belligeranza per la spartizione dei proventi di traffici illeciti come lo spaccio di sostanze stupefacenti e le estorsioni. I vertici dei clan, sebbene detenuti, comunicavano con l'esterno e tra di loro con i pizzini e inviando messaggi verbali attraverso i familiari incontrati in occasione dei colloqui in carcere. Le due organizzazioni criminali gestivano un traffico di sostanze stupefacenti, provenienti dalla provincia di Enna e di Catania e destinati a rifornire la piazza di Mazzarino. Alcuni imprenditori taglieggiati dal racket, infine, avevano assunto fittiziamente parenti dei boss per consentire loro di beneficiare del regime dell'affidamento in prova ai servizi sociali invece della detenzione carceraria. I 27 destinatari dei provvedimenti, eseguiti tra Caltanissetta, Mazzarrini, Monza, Enna, Brescia, Spoleto, Fossombrone, Sambuca, Cinisello Balsamo e Paternò, sono accusati di associazione mafiosa, estorsione, traffico di stupefacenti, detenzione e porto illecito d'arma. Nell'operazione, sono stati impiegati elicotteri, unità cinofile, 130 militari e 50 mezzi. I particolari dell'operazione saranno resi noti nel corso di una conferenza stampa, alle 10.45, presso il Comando provinciale dei carabinieri di Caltanissetta.

Redazione online
20 luglio 2011 10:07
 
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°Lilo°
view post Posted on 22/7/2011, 13:44




CALTANISSETTA - I carabinieri del Reparto operativo di Caltanissetta hanno arrestato Salvatore Arena inteso "Fratta", 30 anni, sfuggito all'operazione "Cerbero" che ha portato in carcere tra mercoledi e giovedi altri 25 componenti delle cosche mazzarinesi di "cosa nostra" e "stidda". L'uomo è acusato di appartenere a quest'ultima organizzazione criminale è accusato di associazione mafiosa finalizzata al traffico, alla vendita e alla distribuzione di sostanze stupefacenti.
 
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view post Posted on 27/7/2011, 12:55




catania, catturato il boss Arena
Era latitante da due anni
Il mafioso si nascondeva nel suo quartiere, Librino. Lì da tempo gestiva lo spaccio di droga. E' destinatario di quattro mandati di arresto


Era ricercato da oltre due anni e si nascondeva nel suo quartiere. Antonino Arena, 32 anni, catanese, considerato fra i ricercati più pericolosi d'Italia, si trovava nella "sua" Librino. La Squadra mobile di Catania lo ha arrestato ieri pomeriggio.
L'uomo è destinatario di quattro ordinanze di custodia cautelare, tutte per spaccio di droga e armi.

E non è un caso. La famiglia Arena controlla da molti anni lo spaccio nel quartiere più difficile di Catania, e ha creato una vera e propria roccaforte nel cosiddetto "palazzo di cemento" di viale Moncada 3, lo stesso palazzo abitato per lo più da disperati ma anche da persone ben note alle forze dell'ordine e sgomberato due mesi or sono dall'amministrazione comunale.

L'anno scorso Antonino Arena aveva subito un altro duro colpo dalla polizia: il sequestro di due chioschi bar intestati alla moglie e alla sorella, che secondo gli investigatori servivano anche da basi di avvistamento.

Gli Arena appartengono al clan Sciuto Tigna. Il padre di Antonino nel 1993 riuscì a sfuggire alla storica operazione antimafia catanese, "Orsa maggiore", e da quel momento nessuno è più riuscito a trovarlo. E' stato proprio Giovanni Arena, con la collaborazione dei figli, a creare il "sistema spaccio" a Librino, che consentiva di muovere anche 50 chilogrammi al mese di marijuana.
 
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°Lilo°
view post Posted on 29/7/2011, 09:23




CALTANISSETTA - La squadra mobile di Caltanissetta ieri sera ha arrestato Salvatore Di Pasquale, 45 anni, che era sfuggito alla cattura nell'ambito dell'inchiesta "para bellum" sull'omicidio di Alfredo Campisi, nel '96, presunto boss emergente di Niscemi (Cl). L'indagato è accusato di essere uno dei mandanti dell'omicidio. Lunedì scorso erano state arrestate altre cinque persone.Catania: pizzo e droga in via "Ottanta palmi"
arrestata la cugina di Nitto Santapaola

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CATANIA - La cugina del boss detenuto Benedetto Santapaola, Grazia Santapaola, di 54 anni, e un presunto affiliato dell'omonimo clan, Carmelo Bonaventura, di 49, sono stati arrestati da agenti della Squadra Mobile a Catania per estorsione nei confronti di un commerciante, costretto a pagare il pizzo da 24 anni. Gli agenti hanno eseguito una ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip su richiesta del sostituto procuratore Iole Boscarino.

Ad entrambi viene contestata anche l'aggravante di avere agito avvalendosi delle condizioni di assoggettamento e di omertà derivanti dall'appartenenza all'associazione mafiosa. Secondo quanto accertato i due avrebbero costretto un commerciante del quartiere San Cristoforo a versare ogni mese,dal 1987, 250mila lire al mese, poi convertite in 130 euro. L'indagine si è avvalsa delle dichiarazioni di un un collaboratore di giustizia.

Durante perquisizioni nelle abitazioni degli arrestati la polizia ha sequestrato somme di denaro: 13.400 euro in casa di Santapaola e 1.400 in casa di Bonaventura. Grazia Santapaola è moglie di Salvatore Amato, di 56 anni, e madre di Alfio, di 22, entrambi in carcere e ritenuti dagli investigatori personaggi di spicco del clan, ai quali nel maggio scorso è stata notificata un'ordinanza di custodia emessa il 26 maggio dal gip, per associazione per delinquere di stampo mafioso, estorsione, porto e detenzione di armi.

Grazia Santapaola, insieme con il marito, noto come Turi, considerato il responsabile del clan, nel 2000 rimase coinvolta nell'operazione denominata Ottanta Palmi, in quanto ritenuta a capo di un'organizzazione che aveva monopolizzato il traffico e lo spaccio di cocaina nella zona di via Della Concordia, con l'aggravante dell'essere l'associazione collegata alla cosca.

Nel corso di intercettazioni ambientali svolte nell'ambito di quell'indagine, la donna si vantò con i presenti che la sua famiglia, poichè imparentata con il boss Benedetto, rappresentava il "sangue blu" della mafia catanese. Anche Bonaventura, in ruolo subordinato ai predetti coniugi, avrebbe fatto parte della stessa associazione di trafficanti.
 
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view post Posted on 29/7/2011, 12:17
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MESSINA - Avevano costretto uno dei soci di una cooperativa che gestiva una casa per anziani a dimettersi per intascare parte di un finanziamento, ma sono stati arrestati dalla polizia a Messina. In cella Salvatore Sparacio, nipote del boss Luigi Sparacio detenuto al regime di 41 bis e Paolo Restivo. I due, secondo la polizia, si sono presentati ad una delle persone che gestiva la casa per anziani e, forti dell'appartenenza di Sparacio alla famiglia mafiosa dello zio, l'hanno minacciata di morte per convincerla a dimettersi. Il loro obiettivo era infatti entrare nella società per prendersi parte dei 120 mila euro che a breve sarebbero stati erogati alla cooperativa per i servizi che fornisce. La vittima non ha resistito alle pressioni e si è dimessa perdendo anche la sua unica fonte di reddito, mentre gli altri soci non sono riusciti ad opporsi alla presenza nella società di uno dei due arrestati.
 
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°Lilo°
view post Posted on 3/8/2011, 07:27




preso Nino Saccà, il boss amico di Riina



GENOVA - Convalescenza in famiglia e ferie al fresco nel carcere genovese di Marassi. È finita così la latitanza di Dante Antonino Saccà, detto Nino, uomo d'onore che la Commissione antimafia definì, ai tempi d'oro del clan che portava il suo nome, "vicino al gotha della criminalità organizzata".

In quegli anni, a metà del 1980, l'elite della mafia era Totò Riina e si dice che Nino Saccà, messinese, sia stato portato dentro ai Corleonesi proprio da Zu Totò. Archeologia di Cosa nostra, ma non solo: Nino Saccà era davvero considerato un boss, collettore degli interessi di Cosa nostra palermitana e della Camorra della Nuova Famiglia, il cartello di cui facevano parte Michele Zaza, i Gionta di Torre Annunziata, i Nuvoletta di Marano di Napoli, i Bardellino di San Cipriano e Casal di Principe, i D'Alessandro di Castellammare di Stabia, gli Alfieri, i Galasso di Poggiomarino, i Giuliano di Forcella e i Vollaro di Portici che con la Cosa nostra di Riina avevano stretto alleanza.

Nino Saccà, fotografato agli inizi degli anni '80 in Costa Azzurra con Michele Zaza e altri due-tre boss della camorra, era un uomo verso cui "ci si deve rivolgere con massima attenzione e mai giudicando un suo intervento". Un uomo di rispetto. E tale è rimasto negli anni fino a quando la malattia non l'ha portato in Francia, latitante, a farsi operare. La latitanza è divenuta convalescenza che 'si devè trascorrere in famiglia.

Così ai carabinieri di Genova, che il territorio lo conoscono bene, non è sfuggita la presenza di Nino. E l'hanno preso. Certo, deve scontare 4 anni in esecuzione di un mandato di cattura internazionale per truffa, ma il curriculum vitae di Nino Saccà parla di ben altra attività: dal riciclaggio di denaro sporco alla bancarotta fraudolenta, sempre compiuta in nome e per conto di 'amici degli amicì. E nel lungo curriculum c'è anche un episodio extra: il favoreggiamento di Renato Vallanzasca, il Bel Renè che terrorizzò la Roma di fine anni '70, in una delle sue primissime evasioni.
 
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°Lilo°
view post Posted on 3/8/2011, 15:35




CATANIA - Un presunto affiliato al clan Santapaola, Salvatore Zito, 50 anni, latitante dal marzo scorso, è stato arrestato stamane dai carabinieri a Catania. L'uomo è stato bloccato all'interno di un villaggio balneare in contrada Vaccarizzo dai militari che si erano travestiti da villeggianti con tanto di costume e telo da mare.

Al momento della cattura, Zito è stato trovato in possesso di una pistola calibro 9X21 con la matricola cancellata completa di otto proiettili. Nei confronti dell'uomo, che ha precedenti penali per associazione mafiosa, rapina, detenzione e porto abusivo di armi e spaccio di stupefacenti, era stato emesso un ordine di carcerazione dalla Procura generale della Repubblica di Catania perchè coinvolto, insieme ad altre 24 persone, in un'indagine che aveva permesso di individuare una fitta organizzazione mafiosa dedita alle estorsioni.

Dopo la cattura è stato lo stesso latitante a confermare di cambiare nascondiglio ogni settimana e di prediligere in questi periodi di vacanza le località balneari dove era convinto che fosse più facile passare inosservato e confondersi tra i turisti. Zito era stato condannato nel marzo scorso a 7 anni di reclusione e al pagamento di una multa di 1.200 euro ma l'uomo si era reso latitante.

Salvatore Zito, detto Turi malavita, considerato dagli investigatori un militante storico del clan Santapaola, è ritenuto l'attuale "responsabile" del villaggio Sant'Agata. La sua carriera criminale iniziò con una serie di rapine in trasferta ai danni di istituti di credito del nord Italia. Nel luglio del 2008 il fratello Carmelo era stato ucciso in un agguato nel quartiere S.Cristoforo.
 
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view post Posted on 6/8/2011, 21:57
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CASTELMOLA (MESSINA) - I carabinieri hanno eseguito a Castelmola (Me) un ordine di carcerazione nei confronti di Giuseppe Raneri, 39 anni, ritenuto affiliato al clan mafioso catanese dei Cintorino. Deve scontare una pena residua di 9 mesi di reclusione per traffico di droga e estorsione. Raneri era stato arrestato il 12 gennaio 2010 nell'ambito di un'operazione condotta da carabinieri e guardia di finanza.
 
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view post Posted on 9/8/2011, 22:35
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CATANIA - I carabinieri hanno arrestato per estorsione Giuseppe Miano, 53 anni, con precedenti per ricettazione porto abusivo di armi, spaccio di sostanze stupefacenti, e associazione mafiosa. Miano, che apparterrebbe al clan Santapaola, avrebbe chiesto il pizzo al titolare di una officina meccanica nella zona industriale.




MESSINA, 10 AGO - I carabinieri di Catania e Messina hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare nei confronti di Pietro Paolo Castelli, 26 anni, Domenico Coglitore, 30 anni, e Sebastiano Strano, 50 anni, indagati nell'ambito dell'operazione antimafia 'Gramigna' e accusati di spaccio di droga. A Coglitore e Strano il provvedimento e' stato notificato in carcere dove si trovavano rinchiusi per altra causa.

Con l'operazione 'Gramigna' i militari dell'Arma di Messina lo scorso 22 luglio avevano arrestato oltre 40 persone ritenute esponenti dei clan mafiosi operanti nei rioni di Giostra e Camaro e accusati di associazione mafiosa, spaccio di droga, estorsioni e corse clnadestine di cavalli. Gli arrestati, catanesi, secondo gli inquirenti fornivano la droga ai clan messinesi. (ANSA

Edited by Tex - 11/8/2011, 18:59
 
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view post Posted on 11/8/2011, 17:50
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CATANIA - Cinque presunti esponenti di spicco della cosca mafiosa dei Carateddi, una delle frange più agguerrite dei Cappello, sono stati arrestati dalla squadra mobile di Catania. Tra loro ci sarebbe anche l'attuale reggente della famiglia Bonaccorsi.

Il blitz è stato condotto in un'abitazione del centro storico della città, nel quartiere di San Cristoforo, dove gli agenti hanno fatto irruzione. Durante l'operazione la polizia ha anche sequestrato due pistole, una semiautomatica e una rivoltella entramre con il numero di matricola cancellato. La squadra mobile di Catania ha anche arrestato per favoreggiamento personale la proprietaria della casa.

I mafiosi arrestati in flagranza sono Salvatore Bonaccorsi, 24 anni, figlio del boss Concetto che si trova all'ergastolo, e ritenuto l'attuale reggente dei Carateddi, Giovanni Crisafulli, 24 anni, Maurizio Bonsignore, 49 anni, Rosario Rossignoli, 54 anni, e Giuseppe Chiesa, 24 anni. L'accusa è di concorso in detenzione di armi clandestine e ricettazione, reati aggravati perchè commessi per favorire la cosca.

Nell'appartamento dove si teneva la riunione, un monolocale al piano terra in piazza Campo Trincerato, nel quartiere di San Cristoforo, regno dei Carateddi e piazza dello spaccio, sono stati trovati 25 grammi di marijuana e gli indagati sono anche accusati di detenzione di droga. Anche la proprietaria della casa, Antonella Pasqualina Micci, 38 anni, è accusata degli stessi reati. Rosignoli è anche accusato di violazione degli obblighi imposti dalla sorveglianza speciale.
 
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°Lilo°
view post Posted on 24/8/2011, 09:23





PALERMO - Tre persone sono state arrestate dalla squadra mobile di Ragusa, dal reparto operativo dei carabinieri e dagli agenti del Commissariato di Vittoria per una serie di estorsioni e tentate estorsioni ai danni di imprenditori. In menette sono finiti Emanuele Galofaro, 31 anni, Pietro Alessandrello, di 24, e Francesco Battaglia Francesco, di 24.

L'ordinanza è stata è stata emessa dal Gip di Catania Giuliana Sammartino, su richiesta del sostituto della Dda Lucio Setola, con il coordinamento del procuratore aggiunto Marisa Scavo.
 
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