Il sole a .....scacchi 2007

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view post Posted on 20/9/2007, 14:31
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Arrestati due estortori

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20 settembre 2007
 
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view post Posted on 22/9/2007, 14:51
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Palermo - Ruba motocicletta e chiede il "pizzo"

PALERMO - La polizia ha arrestato Giuseppe Adelfio, 18 anni e denunciato un minore di 17 anni per tentata estorsione e ricettazione. I due sono stati bloccati dalla polizia mentre stavano per riconsegnare,
dietro il pagamento di 300 euro, una moto rubata in viale Strasburgo. Gli agenti hanno scoperto il tentativo di estorsione casualmente, visto che il proprietario della moto ha chiamato il reponsabile del furto che nel frattempo si trova in commissariato.

22/09/2007
 
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Lilo85
view post Posted on 26/9/2007, 13:47




Vittime denunciano estorsioni, quattro arresti a Catania

CATANIA - Continua la ribellione al pizzo a Catania, dove la denuncia di due titolari di altrettante aree di servizio ha portato all'arresto da parte della polizia di quattro estorsori, che gli investigatori definiscono in una nota come collegati con la cosca Santapaola.

La squadra mobile della Questura, in esecuzione di un ordine di custodia cautelare emesso dal Gip Dora Catena, su richiesta del sostituto procuratore Guaraldi, ha catturato Carlo Crisafulli, di 22 anni, fratello dell'ergastolano Pietro, Carmelo Chiantello, di 27, Vincenzo Montauro e Girolamo Ciro Barbagallo, entrambi di 22.

In particolare Crisafulli e Montauro sono accusati di avere compiuto rapine nelle due stazioni di carburanti, nella zona del rione Barriera, e imposto ai dipendenti di fare il 'pieno' gratis alle loro vetture minacciandoli, in caso contrario, di gravi ritorsioni personali.

I due devono rispondere anche di tentativo di estorsione perché avrebbero chiesto ai titolari una tangente per evitare che gli assalti continuassero. Il 'pizzo' mensile, 300 euro a uno e mille all'altro, sarebbe stato in base al volume di affari stimato dai due estorsori.

I quattro sono inoltre accusati di avere rubato una bilancia per il peso della farina a un panettiere e, sostenendo di conoscere i ladri, si sono fatti consegnare 100 euro dalla vittima per restituirgliela.

LaSicilia

26.9.2007

Edited by Tex - 26/9/2007, 22:12
 
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Giudice di pace
view post Posted on 27/9/2007, 13:15




Mafia: scommesse clandestine ippodromo Milano
Decine arresti, gruppo criminale collegato a cosca Cursoti.


ROMA, 27 SET - Sono decine gli arresti per scommesse clandestine sui concorsi ippici all'ippodromo di San Siro e gioco d'azzardo. L'operazione ha permesso di individuare un gruppo criminale, strettamente collegato alla cosca catanese dei 'Cursoti'. Le scommesse venivano effettuate anche in numerosi punti Snai di Milano. Gli indagati erano attivi anche nel controllo del gioco d'azzardo in bische, circoli privati e bar. I proventi ammonterebbero a circa 1.000.000 di euro.

ANSA
 
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view post Posted on 2/10/2007, 13:38
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Arrestato il re del pizzo

PALERMO - I carabinieri del Comando provinciale hanno arrestato il ricercato Enrico Scalavino, 36 anni, ritenuto esponente di spicco della famiglia mafiosa di "Corso Calatafimi", inserito nell'elenco dei 100 latitanti più pericolosi. Scalavino è stato bloccato nella notte dopo un inseguimento.

Era ricercato dal maggio 2007, dopo che era riuscito a sfuggire all'operazione "Antartide" ed è accusato di associazione mafiosa, narcotraffico e di avere imposto il pagamento del pizzo a commercianti e imprenditori in una vasta zona della città. I carabinieri lo indicano come il "re del pizzo" a Palermo.

Enrico Scalavino, 36 anni, conosciuto con il nomignolo di "Muschidda", è ritenuto dagli investigatori, un vero e proprio "re del pizzo". Organico alla cosca mafiosa di corso Calatafimi, il presunto estortore, spiegano i carabinieri, anche nel corso della latitanza, avrebbe avuto il compito di "gestire le estorsioni per le famiglie mafiose del centro cittadino".

I carabinieri hanno arrestato Enrico Scalavino, sfuggito nel maggio scorso ad un'operazione antimafia, nella notte, nei pressi dell'ospedale Cervello, a Palermo. L'auto del latitante, una Renault Clio, è stata bloccata da diverse pattuglie dei militari.

Il presunto estortore aveva con sé un documento d'identità falso. Gli investigatori hanno individuato il covo, dove avrebbe trascorso la latitanza, in un appartamento di via Leonardo Da Vinci. L'abitazione è stata perquisita.

Il ministro dell'Interno Giuliano Amato e il suo vice Marco Minniti si sono congratulati con il comandante generale dell'Arma dei Carabinieri, Gianfrancesco Siazzu, per la "brillante operazione" che ha portato all'arresto di Enrico Scalavino, considerato il "re del pizzo" nel capoluogo siciliano. "L'arresto di Scalavino - affermano Amato e Minniti in una nota – dimostra la determinazione delle Forze dell'Ordine contro i reati di estorsione e racket.

Le forze imprenditoriali di tutta la Sicilia possono essere certe che lo Stato non darà tregua alle organizzazioni dedite al racket e che sarà al fianco, anche attraverso lo sviluppo del progetto per il 'garantè d'impresa, di tutti coloro che in questi mesi si stanno ribellando al pizzo".

02/10/2007
 
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view post Posted on 3/10/2007, 12:44
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Raddusa: minaccia imprenditore che non paga, finisce in manette

RADDUSA (CATANIA) - Salvatore Sudano, 51 anni, è stato arrestato a Raddusa per tentativo di estorsione dai carabinieri della compagnia di Palagonia in esecuzione di un ordine di carcerazione emesso dal gip di Catania. L'uomo è accusato di avere chiesto il pagamento del pizzo a un imprenditore la cui azienda sta eseguendo lavori ottenuti con un appalto pubblico.

Secondo l'accusa, Sudano avrebbe minacciato l'imprenditore per cercare di convincerlo a versagli una tangente. Per questo l'uomo avrebbe anche costretto gli operai a lasciare il cantiere bloccando i lavori per 24 ore. Gli investigatori escludono che vi siano collegamenti tra l'indagato e la criminalità organizzata.

Con quello di oggi salgono a sei, complessivamente, gli arresti eseguiti nelle ultime settimane dai militari dell'Arma a Raddusa.

03/10/2007
 
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view post Posted on 5/10/2007, 09:28
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Omicidi a Gela, 5 arresti

CALTANISSETTA - La polizia di Stato ha eseguito cinque ordinanze di custodia cautelare nell'ambito di un'inchiesta che riguarda i responsabili degli omicidi avvenuti durante la guerra di mafia a Gela. I provvedimenti sono stati notificati dalla Squadra mobile di Caltanissetta, dal commissariato di Gela e dalla Direzione investigativa antimafia nissena. Le cinque ordinanze sono state firmate dal gip Ottavio
Sferlazza, su richiesta del procuratore aggiunto Renato Di Natale e dal sostituto Antonino Patti.

Gli indagati sono accusati di omicidio e tentato omicidio aggravato. L'inchiesta riguarda in particolare l'agguato mafioso avvenuto a Gela il 16 febbraio 1991, in cui venne ucciso Francesco Dammagio, esponente di spicco della stidda, l'organizzazione criminale che si contrapponeva a Cosa nostra, e il ferimento della moglie della vittima, Giovanna Biundo.

05/10/2007
 
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view post Posted on 6/10/2007, 13:46
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Intimidazioni a Vecchio, spunta la pista Santapaola

CATANIA - Sarebbero ad una svolta le indagini per la raffica d'intimidazioni all'imprenditore Andrea Vecchio, presidente dell'Associazione nazionale costruttori di Catania, a cui sono stati incendiati mezzi meccanici e che ha ricevuto diverse minacce. Nella vicenda sarebbe coinvolto il clan dei Santapaola.

I carabinieri del Comando provinciale di Catania, nell'ambito delle indagini sugli attentati, su disposizione del procuratore facente funzioni di Catania Enzo D'Agata, hanno fermato un presunto affiliato al clan etneo: Luciano Musumeci, 46 anni, pregiudicato. Gli investigatori stanno cercando anche un complice di Musumeci, che sarebbe riuscito a sfuggire alla cattura.

Luciano Musumeci ed il complice, secondo gli investigatori, si sarebbero presentati per chiedere denaro nell'impresa di Vecchio ed apparterrebbero al clan capeggiato da cugino del boss, Angelo Santapaola, 45 anni, trovato carbonizzato nei giorni scorsi nelle campagne di Palagonia (Ct) insieme a Nicola Sedici, di 31, che ha sposato una cugina del capomafia.

Il procuratore aggiunto Vincenzo D'Agata, durante un incontro con i giornalisti ha sottolineato che "non esistono elementi per poter escludere a priori una connessione tra l'omicidio di Angelo Santapaola e le estorsioni ai cantieri di Vecchio".

Il provvedimento di fermo nei confronti di Musumeci, richiesti dai sostituti procuratori della Dda Giovannella Scaminaci e Agata Santonocito, è stato convalidato dal Gip Dorotea Catena. Proseguono, intanto, le ricerche del complice.

D'Agata, parlando con i giornalisti, ha ripercorso la vicenda dei quattro attentati ai cantieri di Andrea Vecchio sottolineando come essa "abbia destato un grandissimo scalpore" ma anche come "essa abbia dato vita oltre a iniziative lodevoli, a una certa disinformazione in cui Catania è stata descritta come un ulteriore girone infernale dove tutto non funziona, con inefficienze delle forze dell'ordine".

Il magistrato ha sottolineato che durante le indagini "si è avuta la collaborazione della società civile" e ha sottolineato che gli investigatori erano già a conoscenza il 3 ottobre scorso di chi aveva compiuto le estorsioni, ma che hanno "preferito consolidare le prove". "Con questo fermo - ha concluso - diamo la dimostrazione più tangibile che quelle definizioni su Catania erano inappropriate e inopportune".

06/10/2007
 
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Lilo85
view post Posted on 8/10/2007, 12:18




Racket, ancora arresti

CATANIA - Un altro imprenditore del rione S. Cristoforo di Catania, come Andrea Vecchio, trova la forza di denunciare di essere vittima del "pizzo" e la polizia arresta due persone vicine alla cosca Santapaola. Sono Francesco Di Venuto, 49 anni, già processato per associazione mafiosa ed il sorvegliato speciale Alessandro Ghidara, 27 anni.
Nei loro confronti il Gip Luigi Barone, su richiesta del procuratore facente funzioni Vincenzo D'Agata, ha emesso un provvedimento restrittivo per tentativo di estorsione aggravata. Di Venuto è stato arrestato dalla Squadra mobile, mentre l'ordine di custodia è stato notificato in carcere a Ghidara che l'11 giugno scorso era stato arrestato per estorsione ad un commerciante.

Le indagini erano state avviate dopo la denuncia di un imprenditore, che aveva più volte ricevuto minacce telefoniche con il quale era stato invitato a pagare una tangente iniziale di 20mila euro, poi lievitata fino a 200 mila euro o a "trovarsi un amico".

La polizia ha individuato Di Venuto tra i sospetti perché aveva rapporti con la vittima. Una comparazione telefonica tra due registrazioni, una telefonata estorsiva e un'altra chiamata fatta dal sospettato, ha permesso di poterlo identificare con certezza. All'imprenditore sono arrivate telefonate minatorie fatte da un giovane, che gli investigatori scopriranno poi essere Ghidara.

08/10/2007

Edited by Tex - 8/10/2007, 15:40
 
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Lilo85
view post Posted on 9/10/2007, 11:57




Catania: duro colpo alla cosca Santapaola, 32 arresti

CATANIA - Investigatori della Direzione investigativa antimafia di Catania stanno eseguendo decine di arresti nell'ambito di un'operazione contro la cosca Santapaola. Perquisizioni sono in corso nelle province di Catania, Messina, Napoli e Genova. L'inchiesta, coordinata dalla Procura, riguarda estorsioni a imprenditori, alcuni dei quali operano nel settore degli appalti pubblici, e un ingente traffico di cocaina sull'asse Napoli-Catania.

Sono 32 le persone destinatarie dell'ordinanza di custodia cautelare per associazione mafiosa, estorsioni e traffico di droga eseguita nella notte dalla Dia di Catania in Sicilia, Campania e Liguria. Gli arrestati, al momento, sono 26, mentre un provvedimento è stato notificato in carcere.

Tra i destinatari dell'ordine restrittivo ci sono anche i presunti boss della 'famiglia' D'Emanuele, il patriarca Natale e il figlio Andrea, e alcuni congiunti del capomafia Benedetto Santapaola. Tra gli indagati c'era anche Angelo Santapaola, 45 anni, il cugino del boss dei boss di Cosa nostra a Catania, il cui cadavere carbonizzato è stato trovato il 30 settembre scorso nelle campagne di Ramacca assieme a un altro nipote di Santapaola, Nicola Sedici, di 31 anni.

L'ordine di custodia cautelare è stato emesso dal Gip Santino Mirabella su richiesta del procuratore facente funzioni Vincenzo D'Agata, dal procuratore aggiunto Giuseppe Gennaro e dai sostituti Giovannella Scaminaci e Iole Boscarino. I particolari dell'operazione saranno resi noti questa mattina durante un incontro con i giornalisti nella sala conferenze della Procura.

Il 2% fisso del finanziamento sugli appalti: era la tangente 'fissa' che la cosca Santapaola imponeva agli imprenditori che operavano nel settore della pubblica amministrazione. Il clan, secondo le intercettazioni della Dia, aveva deciso di non fare delle richieste "una tantum" e trattabili con la vittima dell'estorsione, ma imponeva una percentuale fissa, del 2%, senza alternative se non la rappresaglia.

La stessa percentuale, emerge dalle indagini, era stata chiesta da Angelo Santapaola all'imprenditore Andrea Vecchio, il presidente dell'Ance di Catania, che ha subito tre attentati incendiari nel suo cantiere edile nel rione San Cristoforo per essersi rifiutato di pagare il pizzo. Angelo Santapaola, cugino del boss Benedetto, secondo un'ipotesi investigativa, sarebbe però poi stato eliminato dalla stessa cosca per la sua 'esuberanza' all'interno della cosca e per gli attentati eclatanti, che Cosa nostra a Catania non ha gradito.

9.10.2007

gli arrestati:
http://www.lasicilia.it/articoli.nsf/(Arti...54?OpenDocument


Operazione Arcangelo, preso anche Francesco Santapaola

CATANIA - Francesco Santapaola, 46 anni, fratello del presunto boss Angelo, ucciso dalla mafia il 30 settembre scorso e cugino del capomafia Benedetto, sfuggito all'operazione "Arcangelo" della Procura di Catania, è stato arrestato da Dia e Squadra mobile.

L'uomo si nascondeva nell'abitazione di una donna, in via Belfiore, nel rione San Cristoforo, la cui posizione è al vaglio della magistratura. Investigatori della Direzione investigativa antimafia hanno notificato il provvedimento restrittivo ad un altro indagato sfuggito al blitz, Luca Valerio Conti, di 30 anni, che si è costituito nella notte alle forze dell'ordine a Bergamo.

Sale così a 29 il numero delle persone arrestate nell'ambito dell'operazione Arcangelo contro 32 presunti appartenenti alla cosca Santapaola accusati di imporre il pizzo a imprenditori locali e di gestire un traffico di cocaina tra Napoli e la Sicilia.

Tra gli indagati c'era anche Angelo Santapaola, 45 anni, il cui cadavere carbonizzato è stato trovato il 30 settembre scorso nelle campagne di Ramacca assieme a un altro cugino del capo di Cosa nostra a Catania, Nicola Sedici, di 31 anni.

Sarebbe stato proprio Angelo Santapaola ad imporre la nuova regola del 2% di tangenti che gli imprenditori dovevano versare al clan, che utilizzava i soldi per pagare 'stipendi' e le spese ai familiari degli affiliati detenuti. L'eliminazione di Angelo Santapaola, secondo una tesi investigativa, sarebbe stato un delitto di 'pulizia interna' a Cosa nostra.

10/10/2007

Edited by Tex - 10/10/2007, 14:59
 
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view post Posted on 12/10/2007, 13:54
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Gela, frutta in odor... di mafia

GELA (CALTANISSETTA) - Le famiglie mafiose di Cosa nostra e quelle della "stidda" di Gela avrebbero avviato, insieme, un'agenzia che gestiva in monopolio il trasporto nel nisseno della frutta dalla Sicilia alle altre regioni. La polizia ha eseguito quattro ordini di custodia cautelare emessi dal Gip del Tribunale di Caltanissetta, Giovambattista Tona.

I provvedimenti sono stati richiesti dal procuratore aggiunto Renato De Natale, e dai sostituti della Dda, Nicolò Marino, Rocco Liguori e Alessandro Picchi. Le ordinanze riguardano: Michele Giuseppe Valenti, di 50 anni, Gaetano Morteo, di 56, Nicolò Bartolotta, di 52 e Orazio Cosenza, di 43, quest'ultimo già detenuto.

Secondo l'accusa avrebbero imposto a tutte le ditte del settore ortofrutticolo di Gela di servirsi dei mezzi e delle attività dell'agenzia che i presunti boss avevano costituito già nel 1997, che era stata chiamata "agenzia Valenti".

In questo modo avrebbero alterato il libero mercato del trasporto dell'ortofrutta a Gela. Il giudice ha disposto anche il sequestro di una decina di Tir.

"È un importante risultato che mette in luce ancora una volta la necessità di colpire l'intermediazione parassitaria mafiosa che uccide i produttori e impoverisce i consumatori". Il vicepresidente della Commissione parlamentare Antimafia Giuseppe Lumia (Ds) commenta così l'operazione antimafia di Gela, dove le cosche avrebbero gestito il trasporto dell'ortofrutta.

"Un meccanismo perverso - osserva - che non è estraneo all'ingiustificato aumento dei prezzi al consumo di questi anni, come più volte denunciato dalle stesse organizzazioni di categoria, in questo come in altri settori".

Per Lumia "continuare su questa strada significa liberare veramente l'economia di interi territori e incidere concretamente sulla politica dei prezzi al consumo. Alle forze di polizia ed alla Dda di Caltanissetta - conclude - vanno le mie congratulazioni per la brillante operazione condotta con la consueta professionalità e competenza".

12/10/2007

Marsala, arrestato boss latitante

MARSALA (TRAPANI) - Antonino Rallo, 54 anni, indicato dagli investigatori come elemento di spicco delle cosche trapanesi e inserito nella lista dei cento latitanti più pericolosi, è stato arrestato dai carabinieri di Marsala.

Rallo, ricercato da cinque anni, è stato condannato all'ergastolo per associazione mafiosa, omicidio, detenzione e porto illegale di armi.

In manette è finito anche un imprenditore edile di Marsala, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa: Michele Giacalone, di 37 anni. Sarebbe stato lui, secondo gli investigatori, a prendere in locazione, tramite un'agenzia immobiliare di Marsala, la villetta di contrada Fossa Runza di Petrosino dove è stato sorpreso il latitante.

Antonino Rallo non aveva armi, nè telefoni cellulari. Nella villetta, i militari hanno trovato soltanto derrate alimentari: tre chili di spaghetti, pomodori e melenzane. Il latitante quando i carabinieri hanno bussato alla porta, ha tentato di darsi alla fuga attraverso una finestra del bagno, sul retro dell'immobile. Ma la casa era circondata e non ha avuto scampo.

Nel corso della conferenza stampa - che si è svolta nella sede del comando provinciale di Trapani dei carabinieri ed alla quale ha preso parte anche il sostituto procuratore della Dda Roberto Piscitello, che con l'aggiunto Roberto Scarpinato ha coordinato le indagini - gli inquirenti hanno sottolineato che l'operazione è stata il frutto di dieci mesi di indagine.


"Con l'arresto di Francesco Vottari a S. Luca e di Antonino Rallo a Marsala si dimostra che la caccia ai latitanti continua con metodo e senza soste". Lo afferma il presidente della Commissione parlamentare antimafia, Francesco Forgione, che si è complimentato con i carabinieri per i due arresti eseguiti. "È uno dei modi più importanti - sottolinea Forgione - per far sentire a chi in quei territori si batte contro le mafie che lo Stato è presente ed è impegnato ai massimi livelli.

Non bisogna mai dimenticare che la caccia ai latitanti è forse fra le attività sul territorio più delicate e faticose, perché richiede un impegno continuo di ricerca e di analisi degli elementi. Per questo motivo dobbiamo essere sempre riconoscenti agli uomini ed alle donne delle forze di polizia che fanno parte di questi nuclei anti-latitanti".

12/10/2007
 
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view post Posted on 13/10/2007, 13:25
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Triplice omicidio nel catanese, quattro ordini di arresto

CATANIA - Quattro persone hanno avuto notificato dalla polizia di Catania un ordine di arresto nell'ambito delle indagini sull'agguato del 27 luglio scorso sulla strada statale che collega Adrano e Bronte in cui morirono Alfio Rosano, 59 anni, Daniele Crimi, 21 anni e Placido Finocchiaro, 41 anni.

Destinatari dei provvedimenti, emessi dal Gip di Catania, sono i pregiudicati: Antonino Liotta, 35 anni; Vincenzo Mazzone, 38 anni e Alfredo Liotta, 36 anni, di Adrano, ed Enzo Cavallaro, 35 anni, di Paternò. Tutti devono rispondere di omicidio aggravato. Le vittime pagarono con la vita la contrapposizione ad un nuovo gruppo mafioso che voleva acquisire il controllo della droga e delle estorsioni nel territorio etneo.

Gli investigatori ritengono che l'obiettivo dei sicari fosse Alfio Rosano e che le due persone rimaste ferite nell'agguato, e morte nei mesi successivi, avrebbero avuto la sfortuna di trovarsi al posto sbagliato al momento sbagliato.

13/10/2007
 
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view post Posted on 15/10/2007, 12:48
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Adrano - Giovane in manette per estorsione

ADRANO (CATANIA) - Un ragazzo di 20 anni, Giuseppe Liotta, è stato arrestato per estorsione. Secondo gli inquirenti il giovane, noto alle forze dell'ordine per reati contro la persona, avrebbe estorto del denaro al titolare di un panificio. A denunciare l'accaduto è stato lo stesso imprenditore. L'arrestato è stato bloccato subito dopo avere riscosso 500 euro dalla vittima. In casa del giovane, gli agenti hanno trovato alcune munizioni.

15/10/2007
 
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view post Posted on 15/10/2007, 14:19




Catania: mafia, arrestato alla festa di compleanno.


CATANIA - Tradito dalla voglia di festeggiare il proprio compleanno con gli amici, Vincenzo Fiorentino, di 36 anni, sorvegliato speciale del clan Cappello, e' stato arrestato dai carabinieri della compagnia di Paterno' (Catania). L'uomo, sottoposto all'obbligo di soggiorno a Catania, e' stato infatti sorpreso in una discoteca di Motta Sant'Anastasia mentre brindava alla ricorrenza assieme ai suoi amici ed e' tornato in carcere. (Agr)

15 ott 2007

Edited by Tex - 15/10/2007, 21:38
 
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view post Posted on 15/10/2007, 20:39
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Catania dice no al "pizzo": vittime denunciano, 3 arresti

CATANIA - Continua a Catania ed in provincia la rivolta degli imprenditori che dicono "no" al pizzo e denunciano i loro estorsori facendoli arrestare, seguendo l'esempio del presidente dell'Ance Andrea Vecchio.

Gli ultimi tre esattori del racket sono stati arrestati dalla Squadra Mobile in due distinte operazioni, a San Gregorio e ad Adrano. Nella prima sono finiti in manette Alfio Sardo, di 42 anni, e Filippo Anastasi, di 27; nella seconda un bracciante agricolo di 20 anni, Giuseppe Liotta.

Sardo ed Anastasi sono stati arrestati con l'accusa di tentativo di estorsione aggravata: avrebbero chiesto denaro per conto della cosca Santapaola ad un imprenditore edile. Dopo la denuncia della vittima gli agenti hanno messo il cantiere sotto sorveglianza ed hanno bloccato i due nel corso di una animata discussione con il titolare dell'azienda.

L'imprenditore ha indicato Anastasi come l'uomo che in diverse occasioni, accompagnato da persone diverse, si era presentato nel cantiere per avanzare richieste estorsive. Sardo ha precedenti penali in materia di stupefacenti; Anastasi ha precedenti per favoreggiamento: nel 2002 era stato arrestato per aver agevolato la latitanza di Alfio Giovanni Di Bella, 46 anni, considerato dagli investigatori elemento di spicco del clan Santapaola, che allora doveva espiare una condanna definitiva.

Giuseppe Liotta è stato invece arrestato con l'accusa di aver compiuto una estorsione ai danni di un panettiere; gli agenti lo hanno bloccato dopo che aveva riscosso il "pizzo" di 500 euro dal commerciante, che aveva avvertito gli investigatori. Nell'abitazione del giovane, durante una perquisizione, gli agenti hanno trovato alcune munizioni; per questa ragione è stato denunciato anche per detenzione illegale.

Nel 2005 Liotta, allora minorenne, fu arrestato da agenti del commissariato di Adrano con l'accusa di tentativo di omicidio perchè avrebbe sparato una fucilata ad un giovane al culmine di un litigio.

15/10/2007
 
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